Solo Ronaldinho e Messi reggono il paragone con la stella rossonera

Gian Piero Scevola

Un altro Kakà in circolazione non c’è. Gli unici che potrebbero stare alla pari col brasiliano del Milan sono Ronaldinho e il suo compagno di linea del Barcellona, l’argentino Lionel Messi. Già, perché di altri Kakà, stessa classe e creatività del brasiliano, identica progressione dirompente nella corsa, potenza esplosiva e precisione nel tiro, in giro non si vede l’ombra. Ma questa è una generazione di fenomeni, ogni giorno ne salta fuori qualcuno di nuovo. Qualche nome? È presto fatto, basta pensare ai vari Messi, Fabregas, Robinho, Rooney, Cristiano Ronaldo, Huntelaar, Montolivo, Pazzini e Aquilani.
Tante stelle «crescenti» che i club europei hanno il coraggio di lanciare, giovanotti di 19/20 anni (vedi Arsenal, Manchester, spagnoli, olandesi, portoghesi) perché meno cari rispetto ai campioni affermati. Anche perché i club di provenienza, soprattutto brasiliani, argentini e messicani, hanno fretta di monetizzare. Tra i tanti nomi futuribili anche due «made in Italy» fuggiti però in Inghilterra: Giuseppe Rossi, di proprietà del Manchester ma in prestito al Newcastle fino a gennaio (Ferguson sembra intenzionato a farlo rientrare alla base) e Arturo Lupoli, di proprietà dell’Arsenal ma in prestito al Derby County.
Tanti pure gli stranieri che aspirano a seguire le orme di Kakà: il 18enne nazionale paraguaiano José Montiel che l’Udinese ha portato in Italia e già fatto esordire; il brasiliano di Porto Alegre Anderson, pallone d’oro al mondiale under 17; il messicano del Barça Dos Santos; il canadese (di Toronto) del Feyenoord Jon de Guzman, 19 anni appena compiuti, titolare nel club olandese. Senza dimenticare il francese del Lione Karim Benzema che fece gol all’esordio in Champions nel dicembre 2005 e che è valutato non meno di 10 milioni (come Dos Santos e Anderson). Stessa quotazione per il 17enne inglese Theo Walcott, passato dal Southampton all’Arsenal e per il nigeriano del Chelsea John Obi Michel.

E ancora il brasiliano del Cska Mosca Jô Alves e il danese Nick Benotner, in forza al Birmingham ma di proprietà dell’Arsenal e, soprattutto l’argentino Sergio Aguero, iridato under 20 che a 15 anni esordì nella A argentina (il più giovane, con record tolto a Maradona), acquistato dall’Independiente per 23 milioni dall’Atletico Madrid. Sono questi i «saranno famosi» del dopo Kakà, sono loro il futuro del bel calcio.

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