«È solo la storia di un bandito che dovrebbe tornare nell’oblio»

Venezia È il giorno del lutto. Perché certo - dice Emanuela Piantadosi presidente dell’associazione “Vittime del dovere” - «noi siamo per la libertà d’espressione», ma è altrettanto vero che la potenza del cinema ricrea il passato e riapre ferite mai sanate. Così ieri la combattiva Piantadosi, ricordando i nomi delle Vittime del dovere (Bruno Lucchesi, Giovanni Ripani, Luigi D’Andrea, Renato Barborini), ha inviato una lettera al Corriere in cui chiedeva di «non finanziare con denaro pubblico opere incentrate sulla figura di delinquenti, né tanto meno assegnare patrocini da parte di enti pubblici».
«Quello di Michele Placido è un film diseducativo, che mostra un delinquente arrogante che non rispetta le leggi dello Stato. Se davvero avessero voluto fare le cose per bene, avrebbero prima dovuto contattare i familiari delle vittime, se non altro per educazione, tatto e gentilezza» è stato il commento di Gabriella Vitali, la vedova del maresciallo Luigi D’Andrea. Il deputato della Lega Nord, Davide Cavallotto, componente della commissione Cultura, ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro Sandro Bondi «per sapere di quali e quanti contribuiti ha beneficiato il film sulla vita di Renato Vallanzasca». La risposta è semplice: la domanda di sovvenzione non è stata ancora valutata dal Ministero dei Beni Culturali. Mentre il patrocinio del Comune di Milano è già stato concesso. Ieri poi, la presentazione al Lido, nello spazio “Digital Expo”, del volume “L’ultima fuga. Vita di Renato Vallanzasca” (Baldini Castoldi Dalai) scritto da Leonardo Coen e Renato Vallanzasca ha rinfocolato la polemica. «Perché - spiega la Piantadosi - nel libro si legge che parte dei proventi saranno offerti da Vallanzasca alla nostra associazione.

Naturalmente mai accetteremo di ricevere del denaro da parte di colui che ha sparso il sangue dei nostri cari e seminato tanto dolore». Ancora più diretto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (associazione dei sostenitori e amici della polizia stradale): «Il bandito precipiti di nuovo nell’oblio!».

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