Solo il Tutor ci mette in riga: sempre meno morti e incidenti

Sia fatta la grazia di «Tutor». Non è un personaggio dei fumetti giapponesi. Nemmeno roba da film fantascientifico. È, piuttosto e per fortuna, quell'arnese, per molti di noi infernale, che ci fa ombra lungo le autostrade, sta dove sai ma nulla puoi fare per evitarlo. Nemmeno i navigatori satellitari più aggiornati riescono nell'impresa truffaldina; sì, è vero, ne segnalano in tempo la presenza, ci avvisano che tra quattrocento, trecento, duecento, cento, dieci metri, arieccolo mentre attraversa l'aria lungo la famosa arteria e noi quasi ci abbassiamo sul volante, pigiamo sul pedale del freno, chiediamo scusa, con la coscienza sporchetta e il mezzo sorriso di chi sa di averla fatta grossa qualche chilometro prima, andando come non si dovrebbe. Tutor, anzi tutto, incominciò nel duemila e cinque, l'attrezzo serviva e serve per stabilire la velocità media che l'automobilista tiene lungo la strada «controllata». Finiti i tempi del «da casello a casello un'ora e mezza», perché lui, quello lì invisibile sa benissimo che, anche in caso di brusca frenata, conta quello che impieghi a prescindere, dunque non puoi ricorrere, in teoria e anche in pratica, alla furbata. Stabilito che la causa di incidenti mortali sulle strade è dovuta nel sessanta per cento dei casi alla velocità il Tutor su questo particolare decisivo interviene.
Il Tutor, dunque, presente in ogni dove, dico delle autostrade, duemila e novecento chilometri ben distribuiti, sorvegliati, sta educando e disciplinando il costume dei viaggiatori automobilisti. Ormai non si scappa o meglio chi pensa di farla franca sa che da lì a qualche settimana o mese la casella della posta riceverà relativo documento del Ministero: visti gli articoli, considerata l'infrazione registrata alle ore, del giorno, del mese, dell'anno, tra le località di, pregasi versare obolo di euro con annessa perdita di punti sulla patente di guida. Dolori.
Detto così potrebbe sembrare il solito teatrino nostrano, il vigile soffia nel fischietto, prepara il verbale, concilia? E noi, con una pacca sulle spalle e la frase di circostanza pensiamo che tutto finisca lì.
Ma così non è più. Basta dare una controllata alla relazione di un anno di attività della polizia Stradale e dell'Arma dei carabinieri per comprendere la svolta, positiva, del fenomeno. Il numero di incidenti è diminuito dell'8,7 per cento per un totale comunque drammatico di 95.317, più sensibile, per fortuna, quello delle vittime, un calo del 10,6 per cento ma anche in questo caso con una cifra pesantissima 2.185 morti mentre i feriti sono scesi del 7,9 per cento (69.519). Se l'autovelox ha la sua efficacia, a volte raggirata e aggirata da nuovi strumenti, se l'etilometro e i precursori stanno svolgendo un'opera forte di prevenzione e repressione sulla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe (circa il 10 per cento di aumento delle sanzioni), il Tutor ha portato a uno stato generale di attenzione più alta, non direi più continua. C'è da dire che questa tendenza positiva va a scontrarsi, verbo pericoloso ma di immediato significato, con l'enorme, incessante campagna pubblicitaria di autovetture dalle prestazioni brillantissime anche se, in parallelo, la lievitazione del prezzo della benzina suggerisce un uso più prudente dello stesso mezzo così audace. Totale: il Tutor più dell'immaginetta sacra sul cruscotto, ci può salvare la vita.

Se poi qualcuno ha voglia di infischiarsene pure del Tutor allora le strade del Signore sono infinite, quelle nostre un po' meno.
Aforisma di Marcello Marchesi: lunga la coda, stretta la via, faccio un sorpasso e così sia.

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