Solomeo, il «borgo ideale» di un imprenditore filosofo

Il paesino alle porte di Perugia diventa una cittadella culturale

nostro inviato a Solomeo (Pg)
La lana, il teatro, gli affari e le arti: mettere tutto insieme sembrava impossibile, se non nel Rinascimento. Brunello Cucinelli, imprenditore illuminato dello stampo degli Olivetti - o umanista, come lui ama definirsi - ne ha fatto una realtà, di cui l’ultima declinazione è il teatro, inaugurato mercoledì scorso con lo spettacolo Nel bosco degli spiriti a cura di Luca Ronconi, Ludovico Einaudi e Cesare Mazzonis. Certo, forse se si è nati in Umbria è più facile: perché la bellezza ti circonda da ogni parte. Lui, Cucinelli, nasce qui, in una famiglia contadina: ma a 25 anni, con 500mila lire prestate dalla banca - siamo nel ’79 - compra tre chili di cachemire. E ci mette il colore: quello brillante dei pittori dell’epoca d’oro, che nessuno prima aveva mai osato utilizzare per un filato così «serioso» e costoso. Cinque modelli, un successo: il primo di una lunga serie, perché - proprio come i suoi antenati rinascimentali - Cucinelli i soldi li sa fare. E li fa anche adesso, nonostante la crisi internazionale: ha raddoppiato il fatturato negli ultimi tre anni, dai 70 milioni del 2005 ai 145 previsti per il 2008, senza bisogno di inseguire manodopera a basso costo oltrefrontiera.
Le collezioni firmate Brunello Cucinelli nascono a Solomeo, alle porte di Perugia, il piccolo borgo trecentesco comprato dall’imprenditore nell’85 e interamente restaurato: 400 abitanti, un castello, dove dall’87 ha sede l’azienda, poche case medioevali adibite a laboratori, la piazza e la vecchia fattoria, trasformata in una villa che ospita la mensa e manifestazioni culturali. E accanto il Foro delle Arti, con i giardini, l’anfiteatro e il teatro. «Ci siamo ispirati al genius loci - racconta Cucinelli -, lo spirito rinascimentale, ma anche a quello benedettino dell’ora et labora, spiritualità e lavoro, i valori che hanno dominato la mia vita». Si considera un mecenate? «Preferisco definirmi una persona normale, che crede nei grandi valori umanistici, cioè dell’uomo». Ed ecco perché Cucinelli paga i suoi 500 dipendenti il 20 per cento in più della concorrenza.

«Perché un ragazzo dovrebbe fare l’artigiano, un lavoro manuale, faticoso, a 900 euro al mese? Deve essere come ai tempi di Lorenzo il Magnifico, un lavoro di prestigio: così i giovani torneranno a lavorare nelle nostre imprese».

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