In Romania vince l'europeista Dan

Il sindaco esulta: "Il Paese vuole il dialogo, non l'odio". Ma Simion contesta l'esito

In Romania vince l'europeista Dan
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Lo spoglio al 90% dà il centrista Nicusor Dan quasi al 54%, dunque nuovo presidente, ma il conservatore George Simion rivendica la vittoria sui social, nonostante il suo 46%. È scontro sul ballottaggio nelle elezioni romene di ieri, dopo che al primo turno Simion aveva ottenuto più del 40%, il doppio del suo sfidante. Sin dalle ore precedenti alla chiusura dei seggi si sono moltiplicate le voci su possibili intromissioni esterne nelle urne, come denunciato dal portavoce del ministero degli Esteri di Bucarest, Andrei Tarnea, secondo cui una campagna virale di notizie false su Telegram e altre piattaforme social mira a influenzare il processo elettorale. «Era previsto e le autorità romene hanno smentito le notizie false», ha scritto su X.

Pochi minuti dopo gli exit, Dan ha parlato già da presidente in pectore, sottolineando che la società romena ha dimostrato una forza impressionante, ma avvertendo che «ci attendono tempi duri dal punto di vista economico». Le elezioni presidenziali, ha aggiunto, sono state vinte da «una comunità che vuole un profondo cambiamento, il nostro compito è lottare per una Romania, non per due Romanie», con riferimento a chi non lo ha votato. «Il Paese vuol il dialogo, non l'odio». Ma negli stessi frangenti Simion, vicepresidente di Ecr, ha rivendicato la vittoria: «Sono il nuovo presidente e restituisco il potere ai romeni», ha scritto sui suoi profili social, precisando che secondo le sue stime è in vantaggio sul rivale di 400mila voti.

Nel mezzo le possibili manine esterne, con il giallo che si ingrossa, dal momento che il fondatore di Telegram ha detto no alla richiesta di silenziare i canali conservatori romeni. Secondo quanto denunciato da Pavel Durov, il governo di un Paese europeo occidentale «indovinate quale, ha chiesto a Telegram di silenziare le voci conservatrici in Romania prima delle presidenziali di oggi, ho rifiutato categoricamente», aggiungendo l'emoji di una baguette francese. «Non si può difendere la democrazia distruggendo la democrazia. Non si può lottare contro le interferenze nelle elezioni interferendo nelle elezioni. O ci sono libertà di parola ed elezioni eque o non ci sono. E il popolo romeno merita entrambe».

Pronta la replica di Parigi, che ha parlato di «accuse infondate» e ha invitato tutti gli attori politici romeni a «esercitare responsabilità e a difendere la democrazia», ha scritto il Quai d'Orsay.

Alta l'affluenza al 64,7% rispetto al 53% del primo turno, 53% al pari numero di votanti nelle aree urbane, elemento che potrebbe aver giovato a Dan.

Il ballottaggio segue l'annullamento del primo turno del 24 novembre 2024, quando il candidato nazionalista Calin Georgescu aveva ottenuto la maggioranza, ma la Corte Costituzionale annullò tutto a causa di possibili interferenze russe, motivazioni che molti osservatori internazionali hanno definito controverse. Lo stesso Simion da queste colonne aveva detto che innanzitutto la Romania «deve tornare a essere una democrazia dopo il colpo di stato di dicembre». La sua campagna elettorale è stata rivolta anche ai romeni residenti all'estero, più di un milione, che hanno potuto esprimere il voto, e al paniere di temi dell'agenda internazionale come Ue, Ucraina, Usa e Nato.

Non si è mai detto anti atlantista, come i suoi avversari lo hanno definito, tutt'altro, arrivando a dire di ispirarsi a Giorgia Meloni (che ha incontrato nella sede di Fratelli d'Italia a Roma pochi giorni fa) per la possibilità di costruire anche in Romania una destra europeista e conservatrice che possa affrontare le sfide della nuova Ue, compreso il dossier difesa e la guerra in Ucraina.

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