Garlasco, il giorno dei tre interrogatori. Stasi verrà sentito dal procuratore

Il legale di Sempio: "Affiliamo le armi". I carabinieri da Marco, fratello di Chiara

Garlasco, il giorno dei tre interrogatori. Stasi verrà sentito dal procuratore
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Una lunga serie di elementi che chiudono nell'angolo Andrea Sempio, mettendolo per la prima volta di fronte alla gravità degli indizi a suo carico: è questo il quadro più probabile che andrà in scena domani, con il nuovo interrogatorio del nuovo indagato per il delitto di Garlasco. Sarà una giornata cruciale per capire se davvero per l'uccisione di Chiara Poggi sia in carcere da 10 anni, come ritiene la Procura di Pavia, un innocente: Alberto Stasi, il fidanzato della vittima. Che verrà anche lui interrogato in contemporanea a Sempio e anche a Marco Poggi, il fratello di Chiara che era uno dei migliori amici di Sempio. E che continua a difenderlo.

Almeno due elementi dicono quanto sia importante la giornata di domani nella nuova indagine. Il primo è la convocazione di Alberto Stasi non da parte dei sostituti che conducono l'inchiesta ma direttamente da parte del procuratore capo Fabio Napoleone. Il secondo è la missione dei carabinieri di Milano a Venezia per interrogare Marco Poggi, che si trova lì: e che in circostanze normali sarebbe stato invitato a rientrare in Lombardia per essere sentito. In questo modo si eviterà che i due amici possano confrontarsi tra i due interrogatori. Sono certamente entrambi sotto intercettazione, ma va evitato che anche indirettamente (magari sulla base di notizie di stampa) uno possa adeguare la sua versione a quella dell'altro. L'effetto sorpresa come strumento di indagine, insomma.

Come si comporteranno i tre? L'unico costretto a rispondere a tutte le domande è Marco Poggi, convocato in veste di testimone. Sempio invece può rifiutarsi di rispondere, e pare che si avvarrà di questo diritto come ha già fatto sua madre due settimane fa: una scelta legittima, che Sempio potrebbe motivare con l'attesa degli esiti delle indagini genetiche.

«Stiamo affilando le armi che ci offre il codice di procedura penale» dice Massimo Lovati, avvocato di Sempio. Più complessa la posizione di Stasi: è considerato un «testimone assistito», avrà accanto i suoi legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, potrebbe rifiutarsi di rispondere alle domande che riguardano il suo ruolo nella vicenda. Ma i suoi difensori fanno sapere che parlerà: «Stasi - dice l'avvocato Boccellari - risponderà volentieri a qualunque domanda gli verrà fatta dal procuratore Napoleone». Anzi, dall'interrogatorio Stasi potrebbe uscire avendo finalmente capito qualcosa in più sugli elementi che portano la Procura a puntare con tanta decisione sulla colpevolezza di Sempio: «Noi - dice la Boccellari - finora sappiamo soltanto quello che leggiamo sui giornali. L'unica cosa evidente è la determinazione con cui la Procura di Pavia sta conducendo questa indagine colmando le enormi lacune lasciate nel corso delle inchieste precedenti». Ma Stasi può dire qualcosa di rilevante a carico di Sempio? «Sentiremo le domande. Ho parlato con Alberto poco fa e mi ha ripetuto quanto ha sempre detto: non ha mai visto né sentito nominare Sempio fino a quando non ha letto il suo nome negli atti di indagine». Dunque: tre interrogatori, una sfilza di domande in larga parte uguali per puntare a chiudere il cerchio dell'inchiesta bis senza nemmeno aspettare l'esito delle perizie sul Dna e sulle impronte.

Nella road map della Procura di Pavia non c'è l'arresto di Sempio, anche se gli elementi a suo carico diventassero più pesanti: a 18 anni dai fatti, non c'è rischio che scappi o uccida ancora. I pm puntano a processarlo a piede libero (come avvenne già per Stasi): a meno che non commetta qualche passo falso.

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