Mogadiscio - Dramma nel dramma in Somalia. Lapidata per adulterio a 23 anni e quando i familiari della vittima hanno cercato di soccorrerla è scoppiata la rappresaglia e, sotto il fuoco delle guardie, è morto un bambino. Le Corti islamiche somale, che dallo scorso 22 agosto controllano la città
portuale di Chisimaio strappata alle forze etiopi e al governo transitorio
somalo, hanno eseguito ieri per la prima volta da quando controllano la
zona una condanna a morte per la lapidazione. Secondo quanto riferisce la
Tv satellitare "al-Arabiya", vittima di questa esecuzione è stata una donna,
Aisha Ibrahim Duhulu, che avrebbe ammesso davanti a un tribunale
sharaitico di aver commesso adulterio intrattenendo una relazione
extraconiugale.
La donna, di 23 anni, è stata quindi uccisa a colpi di pietre nel vecchio
stadio della città da una cinquantina di uomini, che hanno eseguito la
condanna a morte in presenza di alcune migliaia di "spettatori".
I giudici: "Puniremo la guardia" Secondo i familiari, Asha non ha ricevuto un "processo" coranico equo: "L’Islam", ha ricordato la sorella, "non permette che una donna sia messa a morte per adulterio se non si sono presentati pubblicamente l’uomo con cui ha avuto rapporti sessuali e quattro testimoni del fatto". I giudici fondamentalisti si sono però limitati a replicare che puniranno in maniera adeguata la guardia responsabile della morte del bimbo.
Primo episodio dal 2006 È il primo episodio del genere di cui si abbia notizia in Somalia da due anni: da prima cioè che, alla fine del 2006, le truppe del governo transitorio di Mogadiscio sconfiggessero le Corti islamiche con il determinante appoggio militare dell’Etiopia. I ribelli hanno però intrapreso una guerriglia difficile da contrastare, e lo scorso agosto si sono reimpadroniti di Chisimaio, imponendovi leggi ispirate alla più vieta concezione dell’Islam; in città, per esempio, è proibita qualsiasi forma di svago perchè considerata blasfema.
Giornalisti bloccati "In vero la sorella Aisha - ha spiegato uno dei capi delle Corti, lo sceicco
Hayakallah - ha chiesto di essere processata dal tribunale sharaitico di
Chisimaio e di essere punita per il crimine che ha commesso".
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