Mogadiscio - I pirati si sono fatti sentire e hanno chiesto il riscatto. Salato. Per il rilascio della "Sirius Star" e del suo
equipaggio, i banditi somali che sabato scorso s’impadronirono della
super-petroliera saudita al largo della costa meridionale kenyota hanno
chiesto agli armatori un riscatto di 25 milioni di dollari, pari a poco meno di
20 milioni di euro, fissando inoltre un termine perentorio di dieci giorni entro
cui le loro pretese dovranno essere accolte.
Predoni "satellitari" Lo ha riferito un rappresentante degli stessi predoni, qualificatosi come
Mohamed Said, il quale parlava via telefono satellitare da bordo della nave
sequestrata, nel frattempo trasferita dai malviventi nelle acque della
Somalia nord-orientale. "Non vogliamo discussioni di lungo periodo per
risolvere la questione", ha ammonito il portavoce dei pirati. "I sauditi hanno dieci giorni di tempo per accettare, altrimenti", ha
minacciato, "assumeremo iniziative che potrebbero risultare disastrose".
Cento milioni di oro nero La gigantesca petroliera, 318.000 tonnellate di stazza e grande tre volte una
portaerei, appartiene alla società armatrice "Vela International Marine",
sussidiaria del colosso petrolifero saudita "Aramco". Ha una capienza di due
milioni di barili di greggio; al momento della cattura le stive erano colme al
massimo della loro capacità, per un controvalore del carico equivalente a
circa 100 milioni di dollari. L’equipaggio è costituito in tutto da 25 persone:
diciannove filippini, due polacchi e altrettanti britannici, un croato e un
cittadino dell’Arabia Saudita.
Altra nave stessa trafila: riscatto dopo due mesi Un
riscatto è stato pagato per liberare l’equipaggio di una petroliera di Hong
Kong tenuto in ostaggio 2 mesi da pirati somali.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.