Sembra ormai destinata a un testa a testa fino alla fine tra Hillary Clinton e Rudolph Giuliani la corsa alla Casa Bianca che verrà decisa dal voto degli americani tra poco meno di un anno. I sondaggi non indicano solo che la competizione per la nomination nei due partiti democratico e repubblicano mostra una polarizzazione netta in favore dei candidati di punta, ma anche che nella probabile eventualità che la sfida finale sia tra la ex first lady e lex sindaco di New York il risultato sarebbe oggi quasi di perfetta parità.
Quello che conforta lo staff di Giuliani è la tendenza. Oggi Hillary Clinton prevarrebbe su di lui con il 46 per cento di intenzioni di voto contro il 45, cioè con un vantaggio talmente modesto da essere al di sotto del margine di errore statistico; ma appena due mesi fa il distacco in favore della candidata democratica era di ben sette punti, 49 per cento contro 42.
La squadra della Clinton può invece rallegrarsi di un altro dato di fatto ormai assodato nella coscienza politica degli americani in questo 2007: la debolezza dellattuale presidente George W. Bush spinge lelettorato, a torto o a ragione desideroso di cambiamenti dopo lo choc dell11 settembre 2001, verso la sponda democratica. I numeri però non sono benevoli per la ex first lady: i sondaggi dicono che il 50 per cento degli americani preferirebbe oggi un presidente democratico, ma si scende al 46 per cento se il candidato è Hillary Clinton. Toccherà a lei, dunque, lavorare per farsi meglio apprezzare.
Più rassicuranti per entrambi, anche se la strada è ancora lunga, i sondaggi relativi alle nomination nei due partiti. Hillary Clinton ha attualmente un vantaggio di oltre 20 punti sul suo principale avversario, il senatore afroamericano Barack Obama: i numeri dicono 47 per cento contro 25, e sono pressoché stabilizzati da tre mesi a questa parte; il terzo incomodo, John Edwards, supera a fatica la soglia del 10 per cento. Quanto a Rudolph Giuliani, gode tra i repubblicani di preferenze meno robuste (è al 33 per cento), ma tiene comodamente a distanza i suoi tre avversari più qualificati, John McCain, Fred Thompson e Mitt Romney. Il terzetto è quasi alla pari, intorno al 15-16 per cento ciascuno. Ma qualcuno scommette ancora sul «conservatore rurale» Mike Huckabee, anche se le chance del quinto incomodo paiono francamente modeste.
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