Enrico Lagattolla
«Nessun allarme, però». Giorgio Casalotti, direttore operativo di Aem, minimizza. Non parla di emergenza black out, ma mette le mani avanti. «Non escludo che nei prossimi giorni si possano ripetere episodi come quelli che si sono verificati di recente». In altre parole, qualcuno a Milano resterà ancora una volta senza corrente elettrica.
Questo lo stato delle cose. «Nel fine settimana - assicura Casalotti - la situazione è rimasta sotto controllo», complici i consumi più bassi di sabato e domenica. Una tregua che ha le ore contate.
Il problema, infatti, sta «nellulteriore aumento delle temperature previsto per la prossima settimana». Più caldo uguale condizionatori al massimo, uguale sovraccarico della rete. «Il carico elevato associato alle alte temperature atmosferiche mette in crisi le cabine di trasformazione». Per questo, Aem annuncia di aver preso le contromisure.
Oltre al già annunciato aumento delle squadre di pronto intervento e degli operatori del centralino, si procederà nellimmediato «sui sistemi di ventilazione e condizionamento delle cabine», e «aumentando la potenza dei trasformatori».
Si tratta di «interventi durgenza, che erano stati comunque pianificati per luglio». Una mossa anticipata che, in futuro, diventerà routine. E se è vero che «una situazione del genere era stata prevista», resta che «il caldo di questi giorni ha reso le cose più difficili. I problemi insorti in alcune zone di Milano, quelle ad alta attività commerciale, ci hanno colti di sorpresa».
Più a lungo termine, «sono previsti interventi sui cavi a bassa tensione che connettono le cabine alle singole utenze». Per potenziare la rete, però, saranno necessari lavori di scavo, il che «richiederà tempi più lunghi».
Nessun deficit di energia, quindi, né carenze strutturali della rete elettrica. Qualche dubbio, però, lo solleva Carmelo Calabrese, dei sindacati di base della municipalizzata. «Quando Aem era Aem, queste cose non succedevano».
Il problema sarebbe nato al momento dellacquisto di Enel da parte dellazienda guidata da Giuliano Zuccoli, avvenuto quasi tre anni fa. «Prima della vendita - è la tesi di Calabrese -, Enel ha smesso ogni manutenzione su cavi e centraline, e oggi lazienda elettrica milanese si trova con una rete di distribuzione obsoleta». In più, «non sono stati ancora realizzati i lavori per integrare le due reti, che restano indipendenti. Questo significa che quando una delle due salta, non è possibile rimediare al guasto ricorrendo allaltra».
Ipotesi respinte con forza da Casalotti: «Un falso problema». «I lavori di unificazione delle due reti - conclude - sono in fase avanzata di realizzazione, mentre i veri inconvenienti tecnici si verificano per lo più nelle cabine, che sono già integrate».
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