«Quanto abbiamo di eredità?». In Atollo K, il nono dvd della serie del Giornale dedicata a Stan Laurel e Oliver Hardy, non perde tempo Ollio nello studio di Londra davanti ai tre esecutori testamentari (uno dei quali, tale Paltroni, è un giovane Vittorio Caprioli) del defunto zio di Stanlio. Peccato che detratte tasse e prebende per il trio di avvoltoi, ai due fresconi giunti dallAmerica resti soltanto la proprietà di una sperduta isola nei Mari del Sud e di uno yacht, che a Marsiglia si rivela un mezzo trabiccolo. Appena a bordo i due marinai per forza imbarcano il sedicente motorista senza patria Antonio, (Max Elloy, doppiato da Lauro Gazzolo, il vecchietto di mille western), che in realtà ci sa più fare ai fornelli che al timone, e via nelloceano.
Prende il bastone del comando, con tanto di feluca, Ollio, subito messo in riga da un passeggero clandestino, lautoritario muratore italiano Giovanni (Adriano Rimoldi), che a motore inesorabilmente guasto, ordina lissate le vele. Una terribile tempesta spinge il quartetto su unisola deserta, dove si materializza la spregiudicata cantante Chérie Lamour (Suzy Delair), malamente scaricata da un piroscafo in transito. Ma ecco che, appena costruita una villetta per la bionda ospite, approda su quel lembo di terra, sconosciuto alle carte geografiche, il suo geloso fidanzato, il tenente Jacques Frazer (Luigi Tosi). Mentre sullAtollo K, prontamente battezzato Crusoelandia, spunta un giacimento duranio, il neo presidente Ollio Crusoe, che ha varato una costituzione senza leggi, né tasse, né moneta, non riesce a frenare londata di arrivi di assatanati cercatori. E linnocuo despota finisce sulla forca con Stanlio e gli altri due compagni di viaggio. Li salverà la scaltra maliarda.
È una surreale, buffissima commedia lultimo film della più straordinaria coppia comica della storia, girata nel 1951 e condita nella traduzione italiana con i soliti, irresistibili accenti storpiati (semplìce, bambòla, bènzina, profùgo, apolìde, pubblìci, popòlo, barattòlo) dalleffervescente doppiaggio di Mauro Zambuto e Alberto Sordi.
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