Quando ti trovi circondato da un branco di cani che ringhiano con la bava alla bocca, la voglia di azzannare certi animalisti diventa irrefrenabile. Troppo comodo fare i buoni sulla pelle degli altri. Io, quella notte, me la ricordo bene. Vivevo a Potenza, avevo 22 anni, stavo tornando a casa dopo una serata con amici. Era luna di notte. Il palazzo dove abitavo è immerso in un parco che si chiama Montereale. Allepoca giardini e aiuole erano «proprietà privata» della banda randagia di Black, Duk e Zibaldone (detto Ziba) e dei loro tanti colleghi a 4 zampe.
Black (uno spinone nero come la pece), Duk (un incrocio tra un pastore tedesco e chissà chi) e Ziba (un bassotto incazzoso più di un pitbull) li conoscevo perché di giorno giocavo con loro, anche se con un certo timore. Una frequentazione che quella fatidica notte, forse, mi salvò la pelle. Stavo attraversando nel parco la zona del Monumento (uno spiazzale davanti alla statua dei caduti della Grande Guerra che noi ragazzi utilizzavamo come campo di calcio) quando dal buio si materializzarono una decina di randagi simpatici come il demonio. Mi circondarono, mentre un molosso di razza indefinita cominciò a sbrindellarmi lorlo dei pantaloni. Attimi di terrore. Nel gruppo dellagguato riconobbi Duk e Ziba. Fu la mia salvezza. Comincia a urlare: «Duk, Ziba, buoni!». I due cani «amici» mi guardarono per un attimo, smettendo di ringhiare. Poi si allontanarono, seguiti rapidamente dagli altri animali. Ringraziai la Madonna di Pompei, cui è devota mia madre, e arrivai a casa col cuore che batteva forte come la cassa acustica di un rave party.
Questo episodio mi è tornato in mente, seguendo la cronaca della tragedia di Giuseppe Brafa, il bambino di Modica ucciso a morsi da un branco di cani randagi. Al Tg3 della Rai ho ascoltato un resoconto dellepisodio che mi ha lasciato senza parole. La giornalista, riferendo lepisodio, ha parlato di «poveri cani abbandonati», mentre - a proposito del povero Giuseppe - ha detto che il bambino «aveva invaso il territorio del branco».
Ma stiamo scherzando? Vuoi vedere che adesso la colpa è del bimbo che stava facendo un giro in bicicletta sul litorale di Scicli? Da quando, in un centro abitato come quello di contrada Pisciotta, esistono dei «territori riservati» a cani selvaggi che gli uomini non possono «invadere»? Gli stessi cani che hanno ucciso Giuseppe hanno anche strappato un occhio a una ragazza che faceva footing sulla spiaggia, azzannato i carabinieri che cercavano di intervenire e da sempre terrorizzano le famiglie della zona, costringendo tutti a rimanere tappati in casa. Quei cani sono ormai dei pericoli pubblici. Da abbattere al più presto. Ma il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha ordinato al sindaco di Modica: «Nessuna mattanza!».
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