«Sono pronto a batterlo: stiamo recuperando lo 0,4% ogni settimana»

Il leader scherza sul duello: «Gli lascerò la scelta dell’arma come fa un vero gentiluomo»

Gianni Pennacchi

da Roma

Il duello televisivo con Romano Prodi, atteso come l’evento clou della campagna elettorale? Gli lascerà «la scelta dell’arma», celia Silvio Berlusconi, «come si conviene a un vero gentiluomo». Aggiungendo subito una frecciata al curaro: «Ovviamente, sto parlando di me». Ecco, come nella noble art l’incontro è già cominciato, e il premier sfoggia la sicurezza di Cassius Clay al peso. «Sono a mio agio ovunque» assicura, radio, tv o confronti in piazza non fa differenza, non solo non teme l’avversario ma è certo della vittoria: «Ho la coscienza a posto, perché abbiamo lavorato tanto al governo. Dunque è difficile che qualcuno mi possa mettere in difficoltà». «Non farò più polemiche nei confronti del premier», la risposta di Prodi.
Ma Berlusconi lo aveva detto, che deve recuperare quattro anni e mezzo di astinenza. Dopo Porta a porta dunque, ieri s’è concesso ai microfoni di Radio 105 ospite di un dj, tal Ringo. Parlando di tutto, non solo di politica. Ha persino intonato una canzone napoletana scritta «con il maestro Apicella». Così, mescolando abilmente calore umano e politica, Sanremo e il ponte di Messina, la violenza negli stadi e la «sistematica disinformazione» della sinistra, il leader della Cdl ha raggiunto un elettorato che probabilmente sfugge ai programmi di approfondimento.
Se dà frutti, questo tour de force mediatico? Forte dei sondaggi, il premier avrebbe confidato ai suoi: «Ogni settimana recuperiamo 0,4 punti. E mancano due mesi al voto...». Ora il centrosinistra ha un vantaggio dell’1,8% ma «nelle rilevazioni di lunedì prossimo, vedrete che il distacco scenderà ad un punto, massimo 1,2». Ecco il resoconto sintetico dell’esternazione radiofonica.
Ponte di Messina: la sua realizzazione «creerà 15mila posti di lavoro», è «un’opera di importanza vitale» che farà da «volano per l’economia della regione e di tutto il Paese». Il ponte sullo Stretto, ha esaltato Berlusconi, «renderà la Sicilia terra italiana al cento per cento». Si farà davvero? «Abbiamo già fatto l’appalto», risponde spiegando che il progetto «era nei programmi dei governi precedenti, poi anche questa grande opera è diventata carta straccia. Basta pensare all’ostruzionismo dell’opposizione in Parlamento: dicono sempre no a ogni nostra proposta concreta».
Opposizione: che oltre a dir sempre no, «è la solita sinistra che fa disinformazione sistematica» aiutata «dai mass media, usando la regola di sempre: ribaltare la realtà».
Grandi opere: non è vero che son rimaste sulla carta o stentano a decollare. «Già oggi, con le grandi opere, 456mila operai sono occupati e lavorano alle nuove infrastrutture», afferma il premier.
Torino 2006: le Olimpiadi invernali saranno «una bella vetrina per l’Italia», un’occasione «per fare la figura giusta nel mondo», assicura Berlusconi augurandosi «che tutto vada bene, che tutto funzioni, senza inconvenienti di sorta».
Stadi: non tutti gli striscioni negli stadi sono da condannare, «perché molti sono intelligenti, ironici», espressione dell’entusiasmo e della passione. «Mai dare spazio agli eccessi», esorta però Berlusconi ringraziando le forze dell’ordine, che con l’ultimo decreto governativo hanno avuto «gli strumenti per evitare le violenze che allontanano soprattutto le famiglie dagli stadi».
Reality: «Non parteciperei a nessun reality show», ha risposto, «quello che mi vede protagonista a Palazzo Chigi mi basta e mi avanza». Ringo ha insistito: nemmeno all’Isola dei famosi? «Sarebbe una bella vacanza, ma non certo con le telecamere sul collo».
Sanremo: il festival è «un appuntamento tradizionale» che anche il premier segue in tv, lamentando: «Sono piuttosto deluso dai testi delle canzoni che ho sentito negli ultimi tempi. Non mi sembra che ci sia un grande apporto di poesia nella generalità delle canzoni: poche mi hanno colpito per intensità ed emozioni».


Canzoni: preferisce i Beatles ai Rolling Stones, Sinatra ad Elvis, ma promuove le canzoni che ha scritto «con il maestro Apicella», una cinquantina di brani ormai, che «fanno parte della tradizione napoletana». Così, agli ascoltatori di Radio 105, Berlusconi ha cantato una sua strofa: «Ciucculat ’e cafè, hai capito che io moro pe’ teee...».

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