Sony Ericsson Divorzio in vista tra svedesi e giapponesi

Tempi duri per il quarto produttore di cellulari Sony Ericsson. La società, dopo il rosso dell’ultimo trimestre 2008 e nonostante il licenziamento di 2mila dipendenti, ha lanciato un «profit warning» sul risultato dei primi tre mesi di quest’anno per il continuo calo della domanda prevedendo una perdita tra 340-390 milioni di euro. Nel frattempo prende piede l’ipotesi di un imminente scioglimento della joint venture. Ericsson starebbe infatti pensando di uscire dalla società mista per concentrarsi sul suo settore «core», ossia le tecnologie per le reti fisse e mobili. I negoziati per sciogliere la jv (paritetica) nippo-svedese sarebbero in corso. Il gruppo giapponese, secondo alcune fonti, avrebbe manifestato l’interesse a rilevare la quota detenuta da Ericsson, ma essendo in profonda crisi nell’ambito dell’elettronica di consumo incontra difficoltà nel reperire un finanziamento nel sistema creditizio. Tornando al «profit warning», la società stima di vendere nel trimestre gennaio/marzo «circa 14 milioni di telefoni» a un prezzo medio per unità di 120 euro contro i 24,2 milioni di apparecchi al prezzo medio di 121 euro dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Le brutte notizie su Sony Ericsson hanno trascinato al ribasso anche altri titoli tecnologici. La stessa casa madre Ericsson ha perso il 6,8%, i concorrenti di Nokia il 5% e StM, ossia il maggior produttore mondiale di chip per telefoni cellulari, il 4,8%.

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