Sopravvivere se mamma non c’è Il baby-chef addestra i coetanei

Ora sbarca negli Stati Uniti, con due libri: uno per bambini e uno per studenti fuori sede

Lorenzo Amuso

da Londra

A tre anni si divertiva a tirare la pasta sfoglia. A nove era già alle prese con «arrosti accompagnati da tantissime erbe». A quindici, conquistata la Gran Bretagna a colpi di ricette e semplici consigli alimentari, è sbarcato negli Stati Uniti. Identica la missione che attende Sam Stern, precocissima stella della gastronomia britannica: insegnare ai suoi coetanei - invariabilmente sovrappeso - come mangiare bene, possibilmente insegnando loro anche l’arte della cucina.
Una sfida al limite dell’impossibile, ma che non sembra spaventare il giovane Sam. Dopo lo strepitoso successo del suo primo libro (Cooking Up a Storm: The Teen Survival Cookbook), pubblicato un anno fa, «the Little Chef», come è stato ribattezzato dai suoi ammiratori, non si è più fermato. Comparsate in Tv, interviste sui principali quotidiani, ospite persino di un prestigioso festival della cucina al fianco di mostri sacri come Rick Stein, Gordon Ramsay e Anthony Worrall Thompson. Una popolarità in vertiginosa ascesa, confermata dalla ricca pagina biografica dedicatagli da Wikipedia. Ora gli States, dove è già stato ospite nei talk-show dei principali network. «Quasi tutti i ragazzini sanno come funziona un frigorifero, alcuni utilizzano il forno a microonde. Ma questo ragazzo è diverso: sa persino cucinare», l’enfatica presentazione che gli ha dedicato la Nbs. Sam ha scoperto la passione per la cucina grazie al fratello maggiore Tom che, dagli Stati Uniti, dove si era trasferito per l’università, gli chiedeva via sms le ricette. Lui pazientemente le copiava dai libri della madre, e nel frattempo le imparava a memoria. Non c’è voluto molto e dalla teoria è passato alla pratica. «Sono sempre stato un tipo piuttosto impaziente - racconta oggi il «Piccolo cuoco» -. Ma trascorro con piacere ore e ore a sbucciare, tagliare, affettare, tritare, mischiare. Cucinare mi rilassa come nient’altro. Appena entro in cucina accendo lo stereo ed entro nel mio mondo». Un mondo che è stato riassunto in un libro. Una via di mezzo tra la raccolta di ricette e «suggerimenti di vita». Curiosi i titoli dei capitoli: riposo dopo scuola, relax pomeridiano, come far colpo sulle ragazze. Per ciascun momento della giornata, un piatto. Nulla di sofisticato, dolci alla vaniglia, guacamole, puré di ceci, spaghetti alla bolognese. «Quel genere di roba che piace ai ragazzi della mia età e che io mangio tutti i giorni», spiega l’autore. Per la tournée oltreoceano Sam, aiutato dalla mamma Susan (pubblicista e sua ghost-writer), ha riadattato la sua opera, puntando di più sulle preferenze alimentari dei teenager statunitensi.
«Il pubblico ha accolto Sam con enorme entusiasmo - commenta soddisfatto il papà Jeffrey -. La gente vuole conoscere questo cuoco così giovane e pieno di talento». Così, davanti alle telecamere Sam si esibisce sciorinando le sue ricette (per la verità, non sempre così appetitose): pasta con pollo all’aglio avvolto in prosciutto di Parma, crema di formaggio alle erbe ancora in prosciutto di Parma. L’emergenza obesità tra i giovanissimi ha avvantaggiato lo chef sbarazzino, sempre attento al contenuto calorico. «La filosofia di Sam è quella del mangiar bene e sentirsi in salute», afferma il padre. Un successo destinato a serializzarsi non appena Sam sarà rientrato in Gran Bretagna, in tempo utile per presentare le sue ultime fatiche letterarie, Real Food e Real Fast.

Il primo volume dedicato ai bambini che vogliono mangiare bene, ma di fretta. Il secondo per gli studenti fuori sede alle prese - per la prima volta - coi fornelli. Imitando l’ormai celebre «ragazzo britannico che cucina».

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