Marisa De Moliner
La Ru486 sta scatenando un putiferio. Il Movimento per la vita non perde tempo ed è pronto a tutto. «Se la Mangiagalli - annuncia il presidente Paolo Sorbi - chiederà l'impiego della pillola abortiva, anche noi passeremo allazione con attività militante per bloccarne la sperimentazione. E confidiamo che il Centro di aiuto alla vita interno alla clinica di via Commenda, negli opportuni modi che sceglierà autonomamente, faccia altrettanto. Diciamo no alla Ru486 perché siamo a favore della vita sin dall'inizio, è un proseguimento degli omicidi. E non c'è nessuna differenza tra questo aborto chimico e quello chirurgico». In autunno, prosegue Sorbi, «credo che il Movimento per la vita ambrosiano si qualificherà sempre di più come centro di riflessione e mobilitazione sui temi che nascostamente in Mangiagalli si fanno passare per questioni culturali. È una vergogna». Il professore non si limita a attaccare l'iniziativa della clinica, ma passa già al contrattacco cercando un alleato prestigioso: nientemeno che il primo cittadino. «Confido - sottolinea - che il sindaco Moratti intervenga a favore della vita sin dal suo concepimento».
Si è scatenato davvero un bel putiferio, proprio quello che non avrebbe voluto il professor Giorgio Pardi, direttore della clinica di ostetricia e ginecologia dell'università di Milano alla Mangiagalli. «Questa vicenda - dice - è l'esempio di una pessima Italia che tira le persone da una parte e dall'altra».
A Pardi non piace l'eco che ha suscitato la notizia della richiesta d'impiego della pillola abortiva, prossimamente al vaglio della direzione e del comitato etico della Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. Gli danno fastidio le implicazioni politiche che suscita l'iniziativa. Parlarne lo irrita, per lui la Ru486 va trattata come qualsiasi farmaco. «Noi ne abbiamo chiesto l'impiego e non la sperimentazione - aggiunge - ma se ci verrà richiesto di seguire questa via lo faremo. Anche se sarebbe inutile perché questa pillola è già stata sperimentata, oltre che all'estero, alla Mangiagalli nel 1999 dal professor Crosignani». «Io non sono favorevole alla Ru486 - precisa - perché personalmente ne vedo più i contro che i pro. Non sono mancati gravi effetti collaterali anche mortali. Penso però che sia dovere di un buon medico, se questa pillola dà buoni risultati, offrire quest'opzione. Il vero problema non è la Ru486 ma il fatto che il 55% delle mille donne che abortiscono all'anno in via Commenda siano extracomunitarie. Bisogna aiutarle a non abortire. Lo dice uno cui la gravidanza piace».
E non piace, invece, la sperimentazione della pillola abortiva a Maurizio Bruni, specialista di medicina legale. «Essendoci quelle estere - puntualizza - quella milanese non ha molto senso.
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