Non è vero che un giovane su tre è disoccupato. È invece vero che in Lombardia sono solo 5-7 giovani su 100 che cercano lavoro. Gli altri fanno altre cose. Ad esempio studiano. E questo non significa che sono disoccupati. È uno dei dati emersi dalla ricerca promossa dal settore giovani dellAzione cattolica e realizzata dal dipartimento di Sociologia dellUniversità Cattolica di Milano. Lindagine partiva da una domanda: ma è vero che i giovani sono «bamboccioni»? Tanto per cominciare la ricerca evidenzia che il tasso di disoccupazione giovanile nella provincia di Milano è in costante calo: dal 23,4 per cento del 2009 al 16,5 per cento nel 2011. Per gli uomini. Per le ragazze invece è in aumento. Chi sconta maggiormente la disoccupazione sono le donne, anche quando devono entrare nel mondo del lavoro visto che dal 20,7 per cento nel 2009 si è passati al 25,1% del 2011. Il tasso di disoccupazione in totale è del 19%. «Una percentuale però che - spiega Francesco Marcaletti, che ha coordinato la ricerca - va calcolata su quel 29% di giovani che sono sul mercato del lavoro». Nella ricerca viene evidenziata infatti la relazione tra studio e lavoro e il loro inevitabile intreccio. Quando si parla di giovani infatti cè una percentuale che studia e basta (33%), una che studia e lavora (23%), il 41% lavora soltanto mentre il 3 per cento non fa né luna né laltra cosa. Ma le percentuali oscillano e di parecchio se si mette come spartiacque letà, sopra i 25 anni le cose cambiano. E non tutti sono precari.
Il 36 per cento ha un contratto a tempo indeterminato, più i maschi rispetto alle femmine che risultano sempre svantaggiate anche sul trattamento economico anche se invece dimostrano di essere più flessibili. In genere l80% vive ancora in famiglia, non aiuta in casa e non sarebbe tanto disposto a lavorare week end e la sera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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