Sorpresa Peruzzi: «Era l’ultima partita»

Il portierone, migliore in campo, annuncia il ritiro Rossi: «Poteva anche dirmelo»

Sorpresa Peruzzi: «Era l’ultima partita»

Il dopo-derby nello spogliatoio dei laziali si apre con una sorta di notizia choc, Peruzzi lascia il calcio. Sì, era nell’aria da tempo e lo stesso paratutto di Blera aveva accennato già tre mesi fa la sua decisione. Che comunque coglie in contropiede un po’ tutti, compreso il suo allenatore, Delio Rossi, pronto perfino a giurare che l’addio al calcio dell’Angelo laziale non avverrà a giugno.
«Ho deciso da gennaio - aveva dichiarato pochi minuti prima il trentasettenne portiere - smetto e questa potrebbe essere stata proprio la mia ultima partita perché ho una frattura alla mano e non posso farmi una puntura ogni volta che devo scendere in campo. Ho sempre ammirato questo pubblico e per me è stata una grande gioia aver giocato qui per sette anni». Parole da ex, presumibilmente dettate dalle condizioni fisiche e non dal sentirsi realmente attempato, anche se è vero che Peruzzi da anni parla da «vecchio». Mai una frase a effetto né una dichiarazione che potesse infastidire qualcuno. Così come quella esternata ieri dopo la stracittadina, a proposito della quale ha sottolineato: «Il pareggio è il risultato giusto al termine di una partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre, con la Roma che è forse è stata leggermente superiore».
La scena s’illumina su Delio Rossi, pronto a fare la staffetta col suo giocatore davanti ai taccuini dei cronisti. Ma va detto, prima di leggere le dichiarazioni del tecnico romagnolo e soprattutto per capire il suo stato d’animo, che mister Rossi è sembrato quasi esultare dopo il triplice fischio del signor Rizzoli. Un’impressione, o forse una constatazione di fatto, come se la divisione della posta, aggiunta al 3 a 0 dell’andata, fosse riuscita a porre l’allenatore di Rimini in una posizione di privilegio nei confronti di Spalletti. Il signor Delio si è presentato ai microfoni di chi ancora cercava di estorcergli il segreto della promessa da mantenere in caso di vittoria, salvo confermare che lui non è «un saltimbanco». Poi, sulla partita, è stato molto più criptico del collega romanista: «È stata una partita aperta, noi abbiamo avuto le nostre occasioni, loro le loro. L’importante è che sia stato un match corretto in campo così come sugli spalti». E ha anche aggiunto che «la Roma ha giocato meglio, tenendo molto di più il pallone, anche se noi abbiamo avuto le occasioni migliori e per questo accettiamo il verdetto del campo».

Nessuna rete messa a segno nelle ultime tre gare, appena due punti negli ultimi 360 minuti di gioco. Eppure l’allenatore laziale non si preoccupa: «Se ad inizio anno mi avessero detto che mi sarei trovato in questa situazione a 4 gare dal termine avrei firmato».

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