Sorprese di internet: adesso Re Giorgio piace meno di Grillo

Il boom vero è quello del comico-capopopolo. Almeno su internet. Beppe Grillo batte Giorgio Napolitano in base al parametro della web reputation. Il presidente che bollò l’affermazione del Movimento Cinque stelle alle ultime elezioni amministrative con un «boom? Di boom veramente ricordo solo quello economico degli anni ’60» forse sarà costretto a ricredersi ancora una volta. Scoprendo che il leader dei grillini gode di maggior considerazione (di lui) pure su internet. Come si legge nella ricerca pubblicata sul nuovo numero del mensile Espansione, in edicola domani con il Giornale.
La web reputation si basa su tre aspetti diversi. Immagine personale, carriera politica e comunicazione. L’indice calcola la percezione della Rete (e di chi ci naviga) sui personaggi in questione incrociando il gradimento. Il «giovane» Grillo (64 anni contro gli 87 del presidente della Repubblica) risulta più popolare tra gli utenti del web: il 54% delle conversazioni che li riguarda è su di lui. E il 38% di queste riportano giudizi positivi sul comico e ora leader politico del Movimento Cinque stelle. Mentre invece per il capo dello Stato il 43% delle opinioni sono negative. Ma questa differenza forse è spiegata dal tipo di materiale analizzato. Gli articoli di testate giornalistiche sono solo il 16%, i post sui blog quasi un quinto del totale (il 19%). La metà del campione (il 48%) si fonda sui commenti ai video su internet.
Beppe Grillo, sul suo blog, «posta» ogni giorno interventi e interviste a giornalisti e politici. Marco Travaglio, ad esempio, è un assiduo speaker e nei giorni scorsi anche il pm di Palermo Antonio Ingroia è stato protagonista di una «video-lezione» sulle pagine del leader dei Cinque stelle. Contributi molto apprezzati e commentati dai fan del comico e che, di conseguenza, fanno schizzare alle stelle la web reputation. Da questo punto di vista Napolitano paga la «pubblicità» negativa del video del 2004 della tv tedesca Rtl sui rimborsi elettorali gonfiati dai parlamentari europei. Il presidente, allora eurodeputato, cerca di svicolare imbarazzato di fronte alle domande incalzanti del giornalista. I commenti non sono dei più positivi e questo fa crollare la «classifica» generale della reputazione.
Dopo l’applicazione della formula algebrica Espansione pubblica il risultato finale del confronto: Grillo batte Napolitano 1,13 a 0,04. Il comico supera il presidente in carriera politica e comunicazione. Ma deve cedere il passo nell’immagine personale a causa delle critiche ricevute anche da parte di molti suoi sostenitori. Per l’eccesso di populismo o per le battaglie slegate da evidenze scientifiche. Come le sparate sull’Aids «invenzione delle cause farmaceutiche». Napolitano, da parte sua, paga la scarsa fiducia del pubblico giovane. Che ne critica apertamente su internet alcune delle ultime uscite pubbliche.

Come la difesa dei partiti e del sistema politico in occasione del discorso del 25 aprile oppure la conferma della parata del 2 giugno nonostante la pressione della Rete per devolvere i fondi ai terremotati dell’Emilia.

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