Stefano Vladovich
Allarme ambientale a Tor San Lorenzo. Lultimo caso è dellaltro giorno, quando una chiazza marrone, maleodorante e lunga un paio di chilometri, ha oscurato il tratto di mare a nord della foce del fosso dellIncastro. In attesa del risultato delle analisi, dai campioni prelevati dallArpa Lazio, lAgenzia regionale per la protezione ambientale, gli inquirenti cercano il colpevole. Ovvero il responsabile dello scarico abusivo di liquami. Lennesimo per una zona flagellata dallinquinamento. Tempo fa la denuncia di alcuni villeggianti: il fosso della Favorita, un canale artificiale che dallArdeatina convoglia detriti e acqua piovana allaltezza del lungomare dei Troiani, è una discarica a cielo aperto. «Secondo il progetto doveva essere rettilineo fino alla costa, poi il Consorzio di Bonifica ha previsto una variante a S che allontana lo sbocco dal punto iniziale - spiega un villeggiante, Piero Polimanti -. La ditta incaricata dei lavori doveva, secondo lappalto, rimuovere la sabbia dai terreni espropriati per ospitare il fosso. Questa, invece, è stata riversata ai lati distruggendo la macchia mediterranea e rovinando una zona sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico». Una serie di casi inquietanti. Come quello avvenuto al Fosso della Caffarella. A fare scattare lallarme gli abitanti del residence «Lupetta», colpiti dai miasmi provenienti dallarenile.
Allalba del 4 settembre di tre anni fa guardiamarina, vigili urbani, tecnici del consorzio ed esperti dellArpa piombano sul posto. La causa dellodore pestilenziale è nella fitta vegetazione sugli argini del fiumiciattolo. Le ruspe portano alla luce una condotta clandestina. La cloaca versa in mare rifiuti organici a quintali: streptococchi fecali in quantità industriali a pochi passi dai bagnanti. In un secondo momento si scopre che le pompe di Lido dei Pini sono, inspiegabilmente, spente. Due mesi prima, a luglio, le analisi di laboratorio accertano la presenza di rifiuti organici nella fonte dacqua minerale rutula. «Escherichia coli» e «pseudomosas aeruginosa» oltre i limiti tollerati. Il servizio digiene e nutrizione della Asl Rm H mette larea sotto sequestro.
Ancora. Tor San Lorenzo, marzo: la Guardia di Finanza blocca i dipendenti di una ditta specializzata nella manutenzione di pozzi neri mentre abbandonano rifiuti organici sullarenile. La spiaggia, in concessione a una missione religiosa, è frequentata dagli alunni di una scuola materna. I mezzi vengono sequestrati e i responsabili denunciati per inquinamento e abbandono di sostanze pericolose. Lestate precedente, a Lido dei Pini, decine di bagnanti finiscono in ospedale affetti da dermatiti e patologie virali. A lanciare lsos i medici della clinica SantAnna di Pomezia. La causa del virus misterioso è nelle acque del fosso dei Biffi, invaso da colibatteri fecali provenienti dai collettori della ditta incaricata dellautospurgo. La convenzione con il Comune di Ardea doveva risolvere lannoso problema della mancanza di un sistema fognario alla periferia sud della cittadina. Ma per contenere i costi lazienda mescola gli scarichi comunali con quelli privati. Il tutto scaricato in un luogo appartato. Come il canale, non a caso a ridosso di un terreno del titolare della ditta. Non basta. La passata municipalizzata per lambiente anziché trasportare limmondizia nei luoghi autorizzati la sotterrava in aree protette.
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