Il sospetto Pugile e biondino: sosia o depistatori?

RomaNon si telefonavano mai Alexandru e Gavrilia, quelli che gli agenti della Squadra mobile e il gip del Tribunale di Roma nell’ordinanza di custodia cautelare non hanno dubbi a indicare come gli autori dello stupro di San Valentino. Il nuovo «moro» e il nuovo «biondino» del turpe romanzo della Caffarella, piuttosto somiglianti il primo a Racz e il secondo a Loyos, particolare che il capo della Mobile Vittorio Rizzi sottolinea come a voler «sovrapporre» i due arresti, e a rendere meno gravi i possibili precedenti errori. Del resto, Racz e Loyos non escono automaticamente dall’indagine. Il timore di ulteriori errori e di depistaggi, la somiglianza tra le due coppie di romeni, il rischio di situazioni-limite che nessuno a piazzale Clodio si sente di escludere dopo i tanti colpi di scena di un’inchiesta da subito delicata e difficile, fa sì che il ruolo dei due «vecchi» presunti colpevoli sia ancora tutto da chiarire. Soprattutto, fanno capire in procura, a causa di quella maledetta confessione di Loyos, poi ritrattata davanti al gip, con tanto di chiamata in correità di Racz. Quest’ultimo, scagionato dal tribunale del riesame, è ancora detenuto perché sospettato dello stupro al Quartaccio del 21 gennaio scorso. Loyos è a Regina Coeli perché accusato di aver calunniato a polizia romena ma è indagato dal pm Vincenzo Barba anche per autocalunnia, per la calunnia a Racz e per il reato di favoreggiamento. Lati ancora oscuri che non incrinano però il sollievo di un’intera città stremata da un ottovolante di emozioni.

Per tutti parla il sindaco Gianni Alemanno, che ringrazia il questore, gli agenti della Squadra mobile, sottolinea la collaborazione del Comune e soprattutto si augura «che, una volta confermati i risultati di un’indagine, giungano pene esemplari e che non si ripetano incomprensibili atti di clemenza come quelli che hanno portato oggi (ieri, ndr) lo stupratore di capodanno a tornare in libertà». AnCu

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