nostro inviato a Pedesina (So)
Gustoso piatto di antipasti, manfrigole alla valtellinese e fettina al profumo di bosco. Dolce, vino e caffè. È il menu del pranzo di Natale del bar ristorante «Il piccolo paese», lunico di Pedesina, villaggio di 33 abitanti. Una sola bambina: Denise Ruffoni, due anni, caschetto biondo cenere e grandi occhi scuri. La mamma Simona gestisce lunica locanda, la nonna la sola bottega del paese che si arrampica sui tornanti della provinciale numero sette della Valgerola, a 32 chilometri da Sondrio, a 1.032 metri sul livello del mare, 6.025 metri quadrati. È il comune più piccolo dItalia per numero di abitanti. Il duello è con Morterone, provincia di Lecco, a una trentina di minuti di strada. Ha perso il primato con lultimo censimento: 37 anime.
A Pedesina in inverno, spiega il sindaco Teodoro Tarabini, 77 anni, cantoniere dellAnas in pensione, rimangono soltanto una quindicina di persone, per la maggior parte anziani. Tutti gli altri scendono a valle, a Morbegno e Regoledo, a undici chilometri di distanza.
Il futuro di Pedesina corre sorridente tra i tavoli del bar ristorante allentrata del paese. Mentre la mamma cucina e serve ai tavoli. E si prepara a passare il Natale in paese, dove nonostante le imposte delle case siano per la maggior parte chiuse, le abitazioni vuote come le strade e i vicoli e gli abitanti siano scesi a valle, la Pro Loco ha deciso questanno di fare due presepi, uno proprio davanti al ristorante tappezzato con le fotografie di Denise, la piccola diventata famosa suo malgrado. «Al battesimo - dice secca la madre, una brunetta schiva e di poche parole - sono arrivati i giornalisti con le loro macchine fotografiche».
Larrivo di Denise ha fatto sicuramente notizia, visto che erano anni (dal 1977) che non nasceva qualcuno a Pedesina e la storia ha attratto perfino gli inglesi dellEvening Standard. Ma la storia parte da mamma Simona che, dieci anni fa, proprio mentre il paese si spopolava e in seguito alla chiusura dei tre alberghi simbolo di un passato di turismo, ha deciso di scommettere sul minuscolo comune e di aprire il suo ristorante. Lungo la statale, per attrarre gli sciatori che tornano da Pescegallo, a 17 chilometri di distanza, passato il comune di Gerola Alta, alla fine della valle. A volte si fermano per un piatto di pizzoccheri fumanti. Ma la ragazza, poco più che trentenne, si affida soprattutto a una clientela fedele che si è fatta con il tempo. Ha deciso di puntare sul comune più piccolo dItalia per passione, racconta lei. Per il suo lavoro e per il paese, di cui la figlia Denise è diventata un piccolo simbolo. Un atteggiamento diverso da quello più rassegnato del sindaco Tarabini che non vede molto nel futuro di Pedesina: spiega che la scuola ha chiuso nel 1969, il medico passa una volta alla settimana e «persino il prete non dice messa ogni domenica, fa il giro delle parrocchie della valle». Ci sarà a Natale, però. I turisti sono partiti, attratti da centri vicini più sviluppati: Bormio, Valmalenco, Valmasina. Lufficio postale ha chiuso. Una giovane signorina su una panda 4x4 fa su e giù per i villaggi lungo la statale consegnando lettere e bollette a domicilio. Il sindaco stesso non abita in paese e viene a Pedesina soltanto te volte alla settimana, quando sono aperti gli uffici municipali. Ricorda i tempi della sua infanzia, quando qui cerano 180 famiglie, gli alberghi per turisti, le stalle erano piene di animali, i campi ancora coltivati e non abbandonati al bosco. Qualcuno racconta ci fosse perfino una balera, ma nessuno ricorda quanto tempo fa è stata chiusa. Il paese si popola soltanto destate (e un po a Natale, dice Simona, che non sa ancora quanti coperti farà). Molti milanesi e comaschi hanno comprato qui le seconde case e passano in valle il mese dagosto. Quando la Pro Loco, nata soltanto nel 2006, è in piena attività. «A volte arrivano anche 200 persone tra turisti e abitanti degli altri comuni, le iniziative tengono vivo il villaggio», dice la vice-presidente Giulia Tarabini.
Eppure per Simona, che a Pedesina ci è nata e cresciuta, il futuro della sua Denise non è affatto grigio come lo vede il sindaco e questo Natale non ha nulla di diverso da quello di migliaia di altri bambini che abitano in città mille volte più grandi. «Questo è un paese come tanti altri, in dieci minuti in automobile sei a Morbegno dove cè tutto quello che vuoi.
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