Tutti i feriti dei carabinieri di Nassiryah, anche gli ultimi che non l'avevano fatto prima, si sono costituiti da poco parte civile contro il ministero della Difesa. La prescrizione incombeva proprio con l'approssimarsi del decennale. De Rasis solleva anche un altro «danno» sul perché la «Medaglia della Riconoscenza» non sia stata prevista anche per lui ed i suoi compagni. «Forse perché quel giorno nella base Maestrale di quaranta che eravamo all'interno 19 sono morti ed altrettanti sono rimasti feriti, mentre adesso risultano ferite più di ottanta persone, gente che era a chilometri di distanza dalla base e si ritrova con tutti i benefici di legge».
Riccardo Saccottelli, un altro ferito che era di guardia al momento dell'attacco kamikaze, non è stato neppure invitato alla cerimonia. Molto critico nei confronti della politica e delle istituzioni ha sempre denunciato la consegna dell'Ordine militare d'Italia al generale Vincenzo Lops quando era indagato per Nassiriya. E la nomina a cavaliere della Repubblica del generale Bruno Stano e del comandante di base Maestrale Georg Di Pauli, pure loro ai tempi indagati. «Per questi motivi ho rifiutato l'onorificenza di vittima del terrorismo e anche se mi avessero invitato per il 12 novembre non ci sarei andato - dichiara Saccottelli - Sarò a Roma lo stesso, ma all'udienza del processo di Nassiryah» per il risarcimento da imputare alla Difesa.
L'Associazione feriti e vittime della criminalità e del dovere ha protestato con il comandate dell'Arma lamentando che al decennale non siano stati invitati tutti i feriti «per il solo fatto di non essere stati ricoverati subito». Si tratta soprattutto di personale affetto da stress post traumatico, compreso l'appuntato scelto Francesco Morgesi, in servizio pur avendo un'invalidità riconosciuta del 48%.
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