Spacciatori immigrati mettono a ferro e fuoco Torino

I pusher insultano carabinieri e cittadini. La gente per tutta risposta scende in piazza: «Basta vivere in questo regno della droga»

Simona Lorenzetti

da Torino

Spacciatori senegalesi e cittadini italiani. Gli uni contro gli altri. Insulti, offese, odio razziale. Un mix esplosivo con cui hanno dovuto fare i conti ieri pomeriggio i carabinieri di Torino. Teatro dello scontro tra illegalità e legalità è stato il quartiere di Barriera di Milano. Lì, intorno alle 18, si è sfiorata la guerriglia. Solo la mediazione dei carabinieri ha evitato il peggio. Gli animi si sono scaldati quando i vigili del fuoco, all’imbrunire, hanno sospeso le ricerche di un pusher che venerdì scorso, nel tentativo di sfuggire a un blitz dei carabinieri, è stato travolto dalle acque dello Stura. Due giorni fa il fiume aveva restituito il corpo di un altro spacciatore che aveva trovato la morte per evitare le manette.
I sessanta senegalesi, tutti spacciatori, tutti con i polpastrelli abrasi per non farsi identificare, hanno assistito alle operazioni di recupero. Quando hanno visto le forze dell’ordine interrompere le ricerche, la rabbia ha avuto il sopravvento sulla ragione. Hanno cercato lo scontro con i carabinieri e gli agenti di polizia che presidiavano la zona in cui stavano lavorando i vigili del fuoco. Guidati da un capo, un omone nero dai lineamenti da cattivo e le mani rovinate dall’acido, hanno issato con dei cassonetti dell’immondizia delle barricate in corso Giulio Cesare, all’altezza di via Settimo. A pochi metri dal giardino che gli spacciatori hanno trasformato in roccaforte, dove gli italiani che non siano tossici non possono neanche entrare. Erano in sessanta. Arrabbiati. Arrabbiati come la ventina di cittadini che subito dopo sono scesi in strada per rivendicare il loro diritto alla legalità e a vivere in un quartiere che non sia più terra di nessuno. Sono volati insulti. I senegalesi hanno gridato «italiani di merda» all’indirizzo dei carabinieri e dei cittadini. I residenti se la sono presa anche con le forze dell’ordine, colpevoli di scendere a compromessi con gli spacciatori e di tollerare certe situazioni. Sono state due ore infernali. Militari e poliziotti in tenuta antisommossa erano pronti a intervenire se non si fosse raggiunta una mediazione. Alla fine tutto è rientrato nella normalità.
Da tre giorni nella zona si respirava un clima di tensione. Da quando venerdì i carabinieri hanno organizzato un blitz contro gli spacciatori nel parco. Avvertiti dalle vedette alle estremità del parco, una ventina di spacciatori ha guadato il fiume per rifugiarsi su un isolotto mentre i carabinieri entravano in azione. Le acque si sono presto alzate. E per difendersi dalle forze dell’ordine che cercavano di raggiungerli e bloccarli, hanno cominciato a lanciare pietre.

Due pusher sono stati travolti dall’acqua. Quattro sono stati bloccati dai militari. Sabato è stato recuperato il corpo di un senegalese, aveva due figli e faceva l’autista fino a quando non ha deciso che vendere droga gli rendeva di più.

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