Spaccio, risse, lucciole. E la casa perde un terzo

La sicurezza ha un costo, l’insicurezza ha un prezzo. Milano paga giorno per giorno, con il degrado che da problema sociale si trasforma in danno economico. A cominciare dalla casa, fonte primaria di (in)sicurezza. Uno studio di «Sarpi Spa» l’ha quantificata, calcolando il deprezzamento degli appartamenti zona per zona, per colpa di pusher e prostitute, caos infernale davanti alle discoteche e sosta selvaggia. Tutte «amenità» tipicamente metropolitane, a giudicare dalla mappa disegnata dal network di agenzie immobiliari.
«La cartina del deprezzamento è estremamente volubile - chiarisce Emanuele Barbera, presidente di «Sarpi Spa» -: la situazione cambia anche a distanza di poche centinaia di metri, di un isolato». Intanto è un fatto che «in zone semicentrali come Garibaldi e corso Como risse, schiamazzi e traffico impazzito facciano abbassare del 25 per cento il valore degli immobili, per l’attico come per il primo piano, per uso abitativo o commerciale. Peggio ancora se non si possiede un box», assicura Barbera. In Buenos Aires, la via scelta per il corteo di lunedì, prostituzione, risse e spaccio sono decisive a far calare del 15 per cento il valore dei locali. E nelle vie adiacenti (vedi Benedetto Marcello), «grazie» agli ambulanti abusivi, il crollo è del 30%. «Se da un lato non stupisce più che in via Padova una casa valga ormai quasi zero (perché nessuno andrebbe ad abitarci), in pochi si aspettano che in centro, sui Navigli e al Ticinese, splendidi contesti si siano deprezzati del 35%, pur trattandosi di immobili da 6mila euro al metro quadrato», fa notare Barbera.
Le periferie continuano ad affondare, basta guardare i casi di Figino e Corvetto, meno 30-35% su base media di 3mila euro al mq, dove spadroneggiano spacciatori e baby gang. Valgono un terzo in meno rispetto a ieri anche Ponte Lambro e Comasina, quartieri in cui resiste la criminalità organizzata e le occupazioni abusive di case popolari - «per cui ovunque è difficile stabilire un prezzo» - rappresentano ordinaria amministrazione. Al Gratosoglio (-20%), poi, capita troppo spesso di venire aggrediti per pochi spiccioli, per giunta sui mezzi pubblici. Meglio sorvolare su piazza Duca d’Aosta e Vittor Pisani (Stazione Centrale, meno 15-25%), laddove le criticità sembrano incancrenite.
«Oggi chi ha una casa in queste zone, appena può, vende - riassume il responsabile della ricerca -, ma trova un mercato che si volta dall’altra parte. Verso le aree verdi, ad esempio, o in cui si vedono i primi risultati della riqualificazione: largo Marinai d’Italia, corso Plebisciti, Porta Vercellina e dintorni».

Se tra due mesi non dovessero arrivare gli agenti promessi da Amato, in tema di lotta al degrado che prosciuga gli investimenti sul mattone, Barbera azzarda una provocazione. «Almeno i gestori dei locali, che fanno affari sul baccano della Milano notturna, assumano guardie private armate e le mettano sulle strade». Per rispetto a quei milanesi che ormai non dormono - o non vivono - più.

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