«Spagnoli ottima opportunità ma siamo forti anche da soli»

L’ad Castellucci: «Il clima nei confronti delle infrastrutture è cambiato in peggio»

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Bologna

«Autostrade può continuare a camminare molto bene con le proprie gambe. E ora, sulla possibilità di procedere con la fusione aspettiamo chiarezza da parte dell’assemblea, anche sulla base delle intenzioni dei nostri futuri soci spagnoli».
Giovanni Castellucci guarda avanti e, anche se dopo il verdetto del Tar del Lazio il matrimonio con Abertis sembra ancora più lontano, fa capire che da una parte la società non intende mollare la presa, dall’altra non ha per forza di cose legato il suo futuro alle nozze con il gruppo spagnolo. «La fusione con Abertis - afferma l’amministratore delegato di Autostrade Spa e di Autostrade per l’Italia in questa intervista al Giornale - continua a essere un’ottima opportunità. Ma nel caso il matrimonio non si dovesse concretizzare rimarremo la più grande azienda autostradale del mondo, nonché il secondo gruppo delle concessioni autostradali con una capacità per futuri investimenti e acquisizioni. Non avremo, poi, né carenze di opportunità di partnership né necessità di trovare immediatamente un’altra soluzione». A Bologna per l’inaugurazione del nuovo casello in prossimità della Fiera, Castellucci ammette anche che «tutto il clima nei confronti delle infrastrutture è cambiato». «Non è questione di ministri - precisa - ma di priorità nazionali. E nell’esecutivo precedente tra le cinque priorità c’erano le infrastrutture».
Ingegnere, per Autostrade sono giorni cruciali. Comunque andrà la vicenda con Abertis come ne usciranno Italia, Spagna e Ue?
«Non è la prima volta che su temi del genere ci sono conflitti tra Unione europea e singoli Stati, né che una fusione non si concretizzi per un’opposizione politica. I rapporti rimarranno ottimi e si guarderà oltre».
E se, invece, tutto filerà liscio? Al governo qualcuno dovrà trarne delle conseguenze?
«La fusione è una scelta deliberata da parte di due società, con un valore industriale importante. Non è fatta contro nessuno».
L’opposizione all’aumento dei pedaggi: secondo il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, i rincari sarebbero ingiustificati in assenza di investimenti...
«Gli investimenti per la variante di valico sono stati finanziati attraverso l’aumento della durata della concessione dal 2018 al 2038. Inizieremo a incassare i soldi per ammortizzare l’investimento solo dal 2018».
Ci parli dei futuri investimenti...
«C’è un piano di circa di 11 miliardi di euro, oltre alle manutenzioni che solo nel 2006 sono state di oltre 400 milioni, di più rispetto alle previsioni. Per eventuali ulteriori progetti di sviluppo e acquisizioni abbiamo una capacità ulteriore di indebitamento per 7-8 miliardi».
Prima ha accennato a possibili acquisizioni. Di cosa si tratta?
«Il mercato dell’Est è molto interessante. Sono Paesi che hanno bisogno di capitali esteri per costruire le loro infrastrutture. Hanno, inoltre, tutto l’interesse a dimostrarsi affidabili per poter continuare a ricevere finanziamenti e sovvenzioni dall’Unione europea. È la migliore delle condizioni per poter operare».
Sono in vista nuovi accordi all’estero sul tipo di quello siglato con l’Austria (la creazione di un sistema di pedaggio su 2mila chilometri di rete-ndr)?
«Ci sono contatti in corso, soprattutto con i Paesi dell’Est. Ognuno di questi progetti di pedaggio di nuove autostrade o reti esistenti richiede i suoi tempi. Importante è comunque seminare per poi raccogliere».
Bologna Fiera rappresenta la quarta tappa del programma «Cantieri aperti»...
«Si procede e siamo a buon punto. L’Emilia Romagna è per noi una regione strategica, vede infatti l’intersezione di due assi fondamentali: l’Adriatica e la A1. Con l’Emilia Romagna abbiamo instaurato un rapporto franco e costruttivo grazie al quale siamo riusciti ad andare avanti velocemente con i lavori, cosa che invece in altre regioni non ci è ancora possibile».
Il punto sui lavori riguardanti la rete, sia all’interno sia al di fuori della convenzione...
«Tra le opere in convenzione non ancora ultimate c’è il completamento della variante di valico. I cantieri sono operativi e tutto sarà pronto per la fine del 2010 e l’inizio del 2011. Quindi la terza corsia tra Rimini Nord e Cattolica che prosegue nella Marche fino a Pedaso dove, nonostante, la valutazione dell’impatto ambientale sia stata conclusa a marzo siamo ancora in attesa del decreto ministeriale di approvazione. Sulle nuove opere non siamo in grado di dare valutazioni per il futuro. Aspettiamo un chiarimento sul quadro concessione-regolatorio e sulla base di ciò potremo impegnare risorse finanziarie per opere di questo tipo».
A Bologna lei ha lanciato un chiaro messaggio agli enti locali...


«Quando c’è la volontà politica del territorio e la volontà di affrontare i problemi i ritardi non esistono e le opere vanno avanti. Se in più abbiamo la possibilità di utilizzare la nostra società controllata possiamo addirittura chiudere i lavori in anticipo rispetto alla tabella di marcia».

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