Spalletti: «A Mancini invidio solo il ciuffo»

Il mister vuole fare tesoro degli errori in Supercoppa: «Stavolta terremo più possesso palla». Pizarro vuole una piccola vendetta contro l’ex squadra

Jacopo Granzotto

Da un po’ di giorni non sembra più lui, Luciano Spalletti. Loquace, sicuro, carico di «belle sensazioni». L’aria frizza ma qualcuno dormirà preoccupato. Perché di solito alla vigilia delle partite che contano il mister usa presentarsi ai microfoni laconico, tirato in volto. E la partita di questa sera conta, eccome. Roma-Inter, trasmessa in più parti del mondo per un potenziale di 300 milioni di spettatori, non metterà in palio lo scudetto («Siamo solamente alla terza giornata – ricorda Spalletti – non è decisiva, anche in caso di sconfitta ci sarebbe margine per recuperare»), ma è il primo vero big match di questo buffo campionato. «Per i risultati ottenuti fin’ora arriviamo meglio noi all’appuntamento, ma l’Inter ha dei giocatori che si esaltano proprio nelle difficoltà, che tirano fuori la rabbia e la classe quando vengono criticati».
Già, Mancini, che vorrà dimostrare per l’ennesima volta di essere all’altezza di tanta abbondanza di campioni dopo la figuraccia in Champions e il mezzo passo falso con la Samp. «È un ottimo allenatore, qualcosa l’ha vinta, e poi se sta all’Inter vuol dire che se lo merita. Ma non gli invidio nulla, al limite solo i capelli, con quel ciuffo...».
L’Inter che, come la Roma, gioca alla «spagnola», palla a terra e senza ricorrere al lancio lungo. «Ma noi a differenza loro dovremo cercare di tenere sempre la palla bassa per esaltare le nostre caratteristiche e poi dovremo tenere il pallino del gioco, perché se lo lasciamo a loro finisce che hanno più qualità di noi, loro sanno sfruttare alla grande le qualità dei singoli».
Il ricordo della sconfitta in Supercoppa brucia, per questo c’è aria di rivincita: «Vorrei rivedere la Roma del 26 agosto, ma solo quella del primo tempo, anzi della prima ora: fino al 3-2 giocammo molto bene. Stavolta dovremmo evitare di abbassare la guardia, è un difetto che dobbiamo eliminare, ma vedo che stiamo già sulla buona strada». Un altro messaggio, stavolta rivolto agli avversari: «Dal 26 agosto siamo cresciuti mentalmente e fisicamente». Potrebbe finire così, se non fosse che c’è la questione legata al rinnovo del contratto che scade nel 2007, la società ha un’opzione per rinnovarlo unilateralmente, Rosella Sensi dice che «il tecnico resterà a lungo con la Roma». Ma Spalletti tergiversa: «Non stiamo discutendo il rinnovo perché ora non mi interessa parlarne. Sono abituato a discutere il rinnovo alla scadenza, tante cose possono ancora succedere. Queste cose col tempo possono cambiare».
Due parole, infine, sui due pupilli. Il primo, Pizarro, in gran spolvero: «Contro l’ex squadra darà qualcosa in più». Il secondo, Totti, sulla via - si spera - del completo recupero fisico: «Mi aspettavo che la squadra potesse reagire in questo modo anche aspettandolo, ma averlo in condizione mi farà molto piacere...». Belle sensazioni, non c’è che dire.
Sono 12 i precedenti ufficiali tra gli attuali tecnici delle due squadre con bilancio che vede due vittorie di Spalletti, 4 pareggi e 6 successi di Mancini. Da notare che in tutti i 12 confronti disputati, sia le squadre allenate da Spalletti che da Mancini sono sempre andate in gol per un totale di 18 gol per Spalletti e 24 per Mancini.

Infine una curiosità: il portiere interista Julio Cesar ha nella Roma la squadra che gli ha segnato più gol dal giorno dell’arrivo in Italia: sono 5, sui 31 incassati, i gol realizzati dai giallorossi al portiere brasiliano. Non va meglio con Toldo, che ha sempre nella Roma la squadra che gli ha segnato più reti: 44, su un totale di 624 gol subiti in carriera.

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