Luciano Spalletti si sente pronto ad allenare anche una nazionale, anzi «la Nazionale». Dalla  sala Consiglio della federcalcio, dove come testimonial della Peroni ha partecipato alla  presentazione della Fantanazionale, iniziativa benefica per la lotta contro la Sla, l'ex  allenatore della Roma si lascia aperta una porta anche per un eventuale futuro sulla panchina  azzurra, se dopo il mondiale finirà il nuovo mandato di Lippi. Si sente pronto per una  nazionale? la domanda. Ancor più diretta la risposta. «La nazionale è il sogno di qualsiasi  allenatore - ha detto Spalletti - mi sentirei pronto. Parlo di una nazionale estera ma anche di  questa nazionale, quella italiana. È un'apertura che mi concedo».
 Spalletti ha anche confermato i contatti con lo Zenit («ho ricevuto una proposta molto  interessante, valuterò») e solo al termine della lunga conferenza ha rallentato sull'ipotesi  azzurra: «Il mio futuro tra Italia e estero? Se dovessi fare un pronostico direi più estero».
 Poi «bacchetta» i tifosi giallorossi dopo il fine settimana di contestazione alla squadra. «Agguati, bombe, minacce: non li vogliamo nella nostra vita, figuriamoci nel calcio - ha detto  il tecnico toscano -. Anche se questi tifosi sono in pochi, bisogna farla finita. Siamo rimasti  indietro a livello europeo. Non portiamo la nostra civiltà dentro gli stadi. Capello ha ragione  sugli ultrà? Non so, io dico solo che se abbiamo la voglia di combattere un fenomeno possiamo  farlo».
 Aria di Inter-Roma, e Luciano Spalletti riaccende il derby a distanza con Josè Mourinho  nonostante la panchina giallorossa non sia più la sua: «L'Inter? È attrezzata e ha già un buon  margine, ma avete sentito voi stessi cosa dice Mourinho, non è una fuga - ha detto il tecnico  toscano, a margine della presentazione di un'iniziativa benefica Peroni-Figc - Il portoghese è  un buon domatore: crea tensione e attenzione per sfruttare al meglio gli episodi che fanno  girare la partita. In quello è il più bravo. Avete visto tutti, spesso la sua Inter ha giocato  peggio dell'avversario ma ha vinto cogliendo quegli episodi».
 Ma è già un campionato chiuso? «No, il campionato riesce ancora ad affascinarmi: dietro l'Inter  ci sono la Juve, il Milan, la Samp, il Palermo, e poi anche il Napoli, la Roma, la Lazio. Tutte  squadre che si possono inserire». Infine si torna a parlare del suo addio alla Roma: «Io sono  affezionatissimo e legatissimo alla squadra e alla città di Roma. Al di là del discorso legato  alla proprietà, se ci ricapitassi a lavorare mi farebbe ancora piacere - ha sottolineato  Spalletti -. La mia scelta? C'erano delle necessità diverse, era giusto farsi da parte e dare ad  un altro la possibilità di esprimere il potenziale della Roma, che è molto forte». Spalletti ha  confessato di aver mantenuto un buon rapporto con i suoi ex calciatori, in particolare con Totti  e Perrotta, con i quali si è recentemente sentito per telefono.
Spalletti: «La Nazionale? È il sogno di ognuno, io sono pronto...»
L'ex tecnico della Roma avanza la sua candidatura per un dopo Lippi alla guida azzurra. E sulla corte dello Zenit San Pietroburgo dice: «Mi hanno fatto uan proposta interessante, valuterò...»
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