Spandau: «Che fatica resuscitare»

Dopo 15 anni di assenza il gruppo pubblica il dvd «Live from the Nec» ma non si riforma. Gary e Martin Kemp fanno gli attori

Spandau: «Che fatica resuscitare»

Antonio Lodetti

da Londra

Anche per le boy band passano gli anni. Se ne sono andati vent’anni da quando gli Spandau Ballet tappezzavano con le loro foto le camerette dei ragazzini di tutto il mondo e contendevano la vetta delle hit parade a Wham! e Duran Duran. Gli Spandau sono fuori gioco da più di 15 anni; in questi giorni, per tenere vivo il ricordo, lanciano il dvd Live from the National exhibiton centre, cronaca del loro ultimo concerto a Birmingham dell’86, ma di tornare sulle scene per ora non se ne parla. «Bob Geldof ci ha invitato al Live 8 - racconta il chitarrista e leader Gary Kemp - ma io e gli altri ragazzi non siamo riusciti a trovare un accordo per suonare insieme. Non si può improvvisare un concerto degli Spandau Ballet. Peccato però, sarebbe stata un’occasione importante per farsi vedere sulla ribalta internazionale».
Dobbiamo accontantarci di rivedere i vosti fasti in dvd.
«Torneremo quando sarà il momento, con delle canzoni all’altezza del nostro nome. Per ora io e mio fratello Martin ci siamo divertiti ed emozionati montando questo dvd. L’abbiamo curato, recuperato alcune parti che erano andate perse negli archivi. Attraverso i brani abbiamo rivissuto con nostalgia e un pizzico di sorpresa la nostra carriera. L’anno prossimo pubblicheremo un altro dvd inedito. È il nostro modo per stare in contatto col pubblico».
C’è un progetto per gli Spandau del futuro?
«Non è facile ricominciare. Io continuo a suonare, a scrivere canzoni, rimango nell’ambiente e aspetto l’occasione giusta. I fan non ci hanno dimenticato. Il nostro è un pop senza età».
Ma è difficile fare la boy band da adulti.
«Rivendico la qualità della nostra musica. Il pop inglese degli anni ’80 è stato favoloso, figlio dei suoni di David Bowie, dei T. Rex, dei Roxy Music. I nostri successi resistono al tempo e trasmettono emozioni, soprattutto in questo mondo tecnologico e dominato dai computer».
I vostri vecchi rivali Duran Duran sono gli unici ad essere tornati sulla scena in questi mesi. Invidia?
«Siamo contenti per loro, hanno ancora lo spirito giusto per stare sul palco; io voglio tornare presto alla musica ma per ora sono impegnato in altri progetti».
Ovvero?
«Continuo la mia carriera di attore teatrale.

In novembre debutterò all’Hampstead theatre con la commedia Rubinstein’s kiss. Mio fratello è una star della tv inglese. Non smetterò mai di fare l’artista, anche se mi sentirei più realizzato su un palcoscenico con la chitarra in mano».

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