Spara e uccide la moglie di vent’anni più giovane

Lui 75 anni, lei 43: dramma della gelosia a Guidonia

Alessia Marani

Uccide la moglie di vent’anni più giovane durante l’ennesima lite violenta. Due colpi sparati a bruciapelo da una vecchia Beretta calibro 22 gelosamente custodita in cassetto - ma mai denunciata - che hanno centrato a morte nell’addome Kate Dita, albanese di 43 anni, piombata sul pavimento del soggiorno di casa in una pozza di sangue. Lui, Vincenzo Scaringella, 75 anni, il marito, che l’aveva sposata in Comune un anno fa dopo dieci di convivenza, ha premuto il grilletto intorno a mezzogiorno di ieri, poi una mezz’oretta più tardi ha bussato alle porte della caserma dei carabinieri di Tivoli Terme per confessare l’atroce delitto: «Ho ucciso mia moglie - ha detto ancora visibilmente sotto choc ai militari -. L’ho fatto mentre nostro figlio dormiva».
Nella casetta di blocchetti e mattoni immersa nelle campagne di Albuccione di Guidonia e circondata da un piccolo giardino, è uno scenario agghiacciante quello che si presenta agli uomini del nucleo operativo della compagnia tiburtina accorsi sul posto. «No, nell’abitazione non abbiamo trovato il bambino - afferma il tenente Giodi Linguanti - ma la donna accasciata a terra. L’arma, intanto, era già stata riposta con dovizia nel cassetto di una scrivania. Il movente? Per ora non è emerso nulla di specifico. Piuttosto si può parlare di una situazione di contrasti e bisticci familiari continui degenerata all’estremo».
Scaringella era stato già sposato una prima volta e dal precedente matrimonio aveva avuto due figlie, ormai adulte. Con la più giovane albanese, secondo alcuni conoscenti - e da cui ha avuto un bimbo di 7 anni - le discussioni erano all’ordine del giorno. Anzi, all’indomani dell’unione legale, i toni delle liti si erano fatte man mano più accese fino al drammatico epilogo di ieri. Per i vicini, il pensionato sarebbe «un tipo strano, in passato anche un violento». Ma ai carabinieri non risultano precedenti, né denunce o querele di parte.
Secondo un primo esame del medico legale sul corpo della poveretta, Kate sarebbe morta sul colpo e nulla avrebbero potuto i soccorsi seppure fossero stati chiamati immediatamente. La casa di via Rossini dove s’è consumato l’uxoricidio è ora sotto sequestro. I familiari della donna si trovano tutti all’estero e, ieri sera, non erano stati ancora avvertiti. Per Scaringella, ascoltato in serata dal magistrato, si sono spalancate, invece, le porte del carcere romano di Rebibbia, anche se, vista l’età avanzata, il gip, giudice per le indagini preliminari, potrebbe decidere per gli arresti domiciliari.

Ad Albuccione, intanto, piccolo centro a est della capitale, chi conosceva Scaringella, che qui è nato e cresciuto, si interroga sulle possibili ragioni del folle gesto. Per i più a spingere Vincenzo a fare fuoco sulla compagna sarebbe stata principalmente la gelosia, per la sua donna più giovane e ancora piacente.

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