Un corsa disperata con i proiettili che gli fischiano attorno, fino a quando il suo assassino lo raggiunge e gli esplode un colpo alla tempia. Emiliano Benedetti, 27 anni crolla a terra in una pozza di sangue. Viene soccorso ma le sue condizioni appaiono subito disperate. Il corpo viene tenuto in vita artificialmente, ma lelettroencefalogramma non registra più alcuna attività. Cè solo una terribile parola per definire il suo stato: clinicamente morto.
Finisce così nel peggiore dei modi una lite scoppiata laltra sera in via Jacopino da Tradate per i classici «futili motivi», un vecchia ruggine tra le rispettive ragazze che i rispettivi fidanzati decidono di risolvere «virilmente». Emiliano Benedetti arriva a bordo del furgone della ditta per cui lavora intorno a mezzanotte in compagnia di un amico. Ha un violento alterco con un gruppetto di 5/6 persone, una delle quali a un certo punto va a casa a prendere una pistola calibro 7.65 e insegue il «nemico». Il primo colpo va vuoto, il secondo centra il lunotto di una Fiat Bravo in sosta, il terzo, esploso quasi a bruciapelo, trapassa la testa alla vittima.
Quando arrivano i carabinieri però sono tutti fuggiti fuorché lamico Davide T., anche lui 27 anni, che inizialmente fornisce una ricostruzione dettagliata dei fatti. Indicando appunto il passaggio dellassassino che va ad armarsi a casa. Dunque abita a due passi dal luogo del delitto. Salvo fare marcia indietro la mattina dopo. In base allultima versione dunque Emiliano passa a prenderlo in un bar con il furgone della ditta, arrivano in via Tradate, lui rimane inizialmente sul mezzo e scende solo per dar man forte allamico che si sta azzuffando. Inizia anche lui a picchiarsi con uno del gruppo quindi non può vedere e sentire altro che i tre spari, ma non chi li ha esplosi. Dopo di che cè un fuggi fuggi generale e lui corre in soccorso dellamico. Tra laltro proprio in quel momento squilla il cellulare: è la fidanzata di Emiliano a cui Davide dà la terribile notizia. Il ferito viene portato a Niguarda dove però i medici decretano quasi subito la morte cerebrale. In base alle scarne dichiarazioni i carabinieri sono riusciti a identificare un paio di persone che potrebbero aver partecipato alla rissa, sono andati a cercarli in casa senza però trovarli.
I carabinieri stanno anche cercando di ricostruire la vita della vittima. Il ragazzo aveva avuto qualche problema intorno ai 20 anni, racimolando alcune denunce a piede libero e un arresto nel 2002.
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