Basta palestra: spazio alla bicicletta. Basta con i luoghi chiusi, angusti e alienanti: il futuro è a contatto con la natura. La bicicletta come strumento di libertà e soprattutto di benessere e salute.
Biciclette di ogni tipo e per ogni tasca. Biciclette per la città. Biciclette per andare sullo sterrato in mezzo ai boschi. Biciclette specialissime e leggere per pedalare sui tornanti delle vette più importati: Stelvio, Gavia, Mortirolo e Zoncolan, solo per citare le più suggestive. Biciclette in carbonio, titanio e alluminio. Biciclette a scatto fisso, in rigoroso acciaio, per i giovani che sono tornati a zig-zagare nel traffico cittadino con un oggetto nato per la pista e rilanciato su strada dalle nuove tendenze targate USA. Biciclette da 600 euro (una buona City Bike) a quelle da corsa che vanno dai 2.500 euro ai 14 mila. Quindi, prima di chiedersi che bicicletta prendere e meglio chiedersi: a cosa mi serve? E soprattutto: quanto voglio spendere? Stabilito questo, siete pronti all'acquisto. Inutile ricordare che la bicicletta è un mezzo solo apparentemente povero: occhio ai «cancelli», a quei surrogati a forma di bicicletta da soli 100 euro. Se costa poco, c'è sempre da domandarsi il perché.
Ma se importante è scegliere con accuratezza l'attrezzo dall'allenamento, ancora più importante è verificare che il nostro fisico sia pronto a sopportare le sollecitazioni che un'attività sportiva - anche blanda - ci porta a sostenere. «Il ciclismo è una disciplina ad elevato impegno cardiovascolare a qualsivoglia livello esso venga praticato, non esclusa la pratica ludico-ricreativa. Lo sport, e quindi anche e soprattutto il ciclismo per le sue importanti richieste a livello cardiaco, respiratorio e metabolico, fa veramente bene ma solo a chi sta bene»: così esordisce il dottor Roberto Corsetti, specialista in cardiologia, presidente dei medici di ciclismo (AIMEC), nonché responsabile sanitario del team professionistico Liquigas, la formazione di Ivan Basso, vincitore di due Giri d'Italia e di Vincenzo Nibali, trionfatore al Giro di Spagna.
Ecco allora tutti i benefici dovuti alla pratica in bicicletta: «Riduce i livelli di pressione arteriosa, abbassa i grassi nel sangue (colesterolo e trigliceridi), combatte la malattia "ipocinetica" (uno dei peggiori mali della nostra società della tecnologia e del progresso specie nelle fasce di età giovanile) e le malattie ad essa correlate. Riduce il sovrappeso e il rischio di sviluppare la malattia arteriosclerotica delle arterie coronarie. Migliora la funzionalità muscolare e articolare, non impegna eccessivamente le strutture tendinee ed articolari e per tale motivo risulta particolarmente indicato anche in età adulta. E cosa non secondaria, una buona pedalata ci porta a contatto con la natura e questo ci consente di vivere uno stato di benessere psico-fisico eccezionale».
Unico problema: la bicicletta non va presa sotto gamba: «Perché qui sta il punto - continua il Dottor Corsetti -: come accertare lo stato di buona salute? Il primo passo da compiere, ancora prima di acquistare la bici o di iniziare a pedalare, è quello di rivolgersi ad un buon medico in particolare competente in ambito medico sportivo e anche se non soprattutto cardiologico. La visita di idoneità allo sport agonistico è obbligatoria, ma è fondamentale anche per il ciclista della domenica. E ancor meglio è fare una visita apporofondita: quella standard è stata resa obbligatoria nel 1982 ed è inadeguata. Quindi: test da sforzo massimale al cicloergometro monitorato di continuo e obbligatorio per tutti. E soprattutto introdurre una categoria speciale ossia quella delle "split decision" o dei casi dubbi o controversi. Su tutti questi casi devono decidere solo ed esclusivamente centri di medicina sportiva di secondo livello». Insomma, prima di salire in bicicletta, controllare mezzo meccanico e cuore
«Meglio: controllare cuore, testa e dopo anche la bicicletta.
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