da Roma
Mentre a Osaka i ministri delle Finanze del G8 discutono come arginare i prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari - il cui aumento mette a rischio la crescita economica globale - i dati dellIstat confermano che nello scorso mese di maggio linflazione in Italia ha toccato il massimo dallagosto 96 raggiungendo il 3,6%. Non solo. Il nuovo indice della «spesa quotidiana», che comprende i beni ad alta frequenza di acquisto come gli alimentari, ha toccato il 5,4%, contro il 5,1% di aprile.
LItalia appare molto esposta alle tendenze globali sui prezzi. In un anno, i prezzi dei due principali prodotti legati al grano - pasta e pane - sono cresciuti rispettivamente del 20,7% e dell11,1%, provocando una contrazione dei consumi che la Coldiretti valuta nel 5,5% per quanto riguarda il pane e del 2,5% per la pasta. In discesa anche i consumi degli ortaggi (-5,5%) e della carne bovina (-3,4%), a fronte di aumenti di prezzi del 2,9% e del 4,7%. Sempre in un anno, il prezzo del latte è cresciuto di oltre l11%, e quello della frutta del 6,9%. Il sospetto rincaro del burro ha spinto il garante dei prezzi a convocare per chiarimenti le imprese del settore.
Sul banco degli imputati, siede in prima fila laumento dei carburanti. La benzina è rincarata in un anno dell11%, il diesel di un incredibile 26%. Anche i prezzi dei prodotti energetici a tariffa regolamentata aumentano sensibilimente: il gas dell8,9%, e lelettricità del 9,2%. La «bolla petrolifera» si traduce in forti rincari nel settore dei trasporti: in particolare il prezzo dei voli è cresciuto mediamente in un anno del 14,2%, mentre per i trasporti via mare laumento è dell8%.
Linsieme di questi rincari provoca un impatto molto pesante sui bilanci delle famiglie italiane, che le associazioni dei consumatori valuta in circa 2000 euro, con un tasso dinflazione effettivo che viene calcolato nel 7%, circa il doppio di quello ufficiale. Nel lanciare lallarme, Adusbef e Federconsumatori chiedono al governo di restituire alle famiglie a reddito fisso un potere dacquisto adeguato.
Impresa non semplice per il governo. «Per contrastare laumento dellinflazione, che deriva principalmente dallandamento internazionale dei prezzi di alcune materia prime, petrolio in prima fila - spiega il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola - spingeremo sulle liberalizzazioni, sulle semplificazioni amministrative e sulla sorveglianza dei prezzi». Scajola annuncia che la prossima settimana il Consiglio dei ministri esaminerà un «pacchetto sviluppo» che contiene, fra laltro, la liberalizzazione dei distributori di benzina, liberalizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, gas, luce), aumento dei poteri del garante dei prezzi, riduzione degli oneri burocratici a carico delle imprese.
A livello globale, il G8 chiede al Fondo monetario unanalisi sullandamento del mercato petrolifero.
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