Spese legali troppo alte: nessuno assicura la Gabanelli

È l’elementare matematica dei costi-benefici. Materia estranea agli idealisti della notizia e pure ai tanti che s’atteggiano a martiri dell’informazione «imbavagliata» a prescindere. Eppure il ragionamento non sembra così astruso. È un po’ come per le auto: va bene coprire il rischio eventuale di incidenti, ma quando vai in giro a far danni uno dietro l’altro, trovare una compagnia assicurativa disposta a rimetterci di tasca propria diventa un tantino complicato...
Milena Gabanelli, ideatrice e conduttrice di Report su RaiTre, guida una Ferrari senza freni lungo i corridoi di viale Mazzini. Come lei stessa ammette, qualche frontale le è scappato eccome. «Le cause pendenti sulla mia testa sono una trentina, più quattro denunce penali di esponenti politici». Tanto per capire da che parte soffia il vento della repressione, di quest’ultime la metà sono su iniziativa del Partito democratico, nei giorni scorsi sceso in piazza per «la libertà di stampa» con evidente schizofrenia. Un’altra querela proviene dalla Lega Nord, l’altra ancora da Alleanza nazionale. Nessuna dal «nemico pubblico numero uno», cioè Silvio Berlusconi. Appena una settimana fa, è arrivata la condanna in primo grado per una puntata dedicata allo «scandalo» degli informatori farmaceutici. Dettagli. Domenica sera Report andrà in onda per la tredicesima stagione di fila e alla faccia del «regime». Le pubbliche lagnanze della Gabanelli a proposito della mancata tutela legale da parte della Rai, in fin dai conti, sono servite a costruire l’aspettativa giusta intorno al programma e a riempire le pagine dei giornali supporter. Ecco, invece, dimostrato il contrario. Il servizio pubblico farà da parafulmine all’agguerrita squadra di giornalisti free lance, impegnati a «scavare nell’attualità». Roba che ha tutta l’aria di un accordo a perdere. Almeno per noi contribuenti.
Il quotidiano economico Italia Oggi s’è preso la briga di calcolare il fardello rappresentato dalle trenta cause che incombono sulla trasmissione. «La Gabanelli è una cliente troppo rischiosa, non è assicurabile. Se per una causa legata a un reato a mezzo stampa, tipicamente la diffamazione, si può stimare una spesa legale di sei o settemila euro all’anno e una durata media di tre anni, è presto raggiunta la ragguardevole cifra totale di 600mila euro». Mica bruscolini, equivalgono alla somma sborsata ogni anno da circa 5.600 cittadini che pagano regolarmente il canone. Numeri davanti ai quali la Giovanna D’Arco della tv non batte ciglio.

Salvo scandalizzarsi del fatto che, in Italia e all’estero, nessuna assicurazione privata s’è mostrata disponibile a garantire le spese legali derivanti da servizi troppo «spericolati». Problema superato, grazie a Mamma Rai. Davanti ci sono venti puntate in prima serata. Finalmente si torna a premere l’acceleratore.

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