«Le spese pazze? Fermate da noi»

RomaSindaco Diego Cammarata, dopo il vertice di stasera con il capo della Protezione civile Bertolaso avete annunciato che l’emergenza rifiuti a Palermo rientrerà in poche settimane. Come?
«Chiariamo intanto una cosa: qui l’emergenza non è dettata da cause strutturali, per questo sarà possibile risolverla in un tempo assai breve. La spazzatura era in strada perché i lavoratori dell’azienda comunale erano in sciopero e non la raccoglievano. Quando c’è uno sciopero di Alitalia restano a terra i passeggeri, quando scioperano i dipendenti di un’azienda di raccolta rifiuti a restare a terra è l’immondizia. Ora i lavoratori hanno ricevuto le rassicurazioni che attendevano e già domattina riprenderanno il lavoro».
Da cosa nasce la crisi dell’Amia, l’azienda che raccoglie i rifiuti di Palermo?
«Dal fatto che nessuna azienda al mondo può reggere con entrate costanti per dieci anni a fronte di costi che aumentano. Il contratto di servizio dell’Amia è fermo dal 1998, e il Comune non è stato in grado di aumentarlo perché non ha le risorse necessarie. Abbiamo dovuto impegnarne in altre emergenze sociali, a cominciare dalla regolarizzazione dell’immenso bacino di precari della Pubblica amministrazione che mi sono ritrovato all’inizio del mio mandato, ed è stata un’impresa molto onerosa. Ora ho informato Silvio Berlusconi che c’era la necessità di fornire un supporto economico a questa amministrazione e lo ho avuto ampie garanzie che ci sarà. E ho potuto rassicurare i lavoratori. Il gap tra entrate e costi dell’Amia era ormai insostenibile: pensi soltanto che quando è stato firmato il contratto c’era ancora la lira, era un’altra epoca. Neppure il miglior management del mondo poteva reggere».
Ma a leggere le cronache sulla gestione allegra dell’Amia, non si trattava esattamente del miglior management del mondo: spese per viaggi di rappresentanza, missioni a Dubai con soggiorno in alberghi extralusso, un buco di 150 milioni...
«Ci sono molte strumentalizzazioni. Da cinque mesi c’è un nuovo Consiglio d’amministrazione e io ho revocato le deleghe al direttore generale: abbiamo voltato pagina e già ci sono prodotti dei risparmi e una notevole razionalizzazione delle spese. Quelle vicende del passato riguardano spese inopportune e comportamenti certo censurabili. Ma non sono la causa del gap tra costi e entrate. E c’è un di più: l’azienda è costretta a pagare i fornitori, giustamente, e se non lo fa subisce i pignoramenti. Ma nel frattempo vanta crediti verso altri comuni e non riesce a riscuoterli. Ho chiesto alla Regione Sicilia, che ha la responsabilità complessiva, di darci una mano su questo».
Il Pd rivendica di aver bloccato l’aumento della tassa sui rifiuti, con cui si voleva far pagare l’emergenza ai cittadini.
«Preciso che lo scontro in Consiglio comunale era sul nuovo regolamento Tarsu che prevede un adeguamento delle categorie e quindi delle aliquote, e che era il presupposto di una variazione delle tariffe ma non la sanciva. E poi l’opposizione sa benissimo che il vero costo che il Comune ha sopportato in questi otto anni è l’assorbimento dell’enorme bacino di precariato che Leoluca Orlando ci ha lasciato in eredità.

Abbiamo dovuto stabilizzare ben 7500 precari e lavoratori socialmente utili che erano stati reclutati dalla precedente amministrazione e che da 15 gravitavano tra uffici e aziende partecipate. Grazie al centrosinistra».

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