«Era ben alto, il cretino!». Così, in una lirica contemporanea, il poeta commentava la scritta che un ignoto aveva apposto alla sommità di una colonna antica, riuscendo chissà come ad arrampicarsi dove nessuno era mai giunto.
Le scritte, i fumetti, le figuracce (in tutti i sensi) che imbrattano molti palazzi milanesi, pur essendo ad altezza duomo, sono anche loro il sintomo di quanto sia profondo il piacere di lasciare un segno della propria presenza. È un piacere che provano tutti, ma solo alcuni vi si abbandonano senza inibizioni. A Roma ci sono ancora i graffiti che hanno lasciato i lanzichenecchi (1527) sui muri affrescati dai maestri rinascimentali.
Nessuno, comunque, si sarebbe sognato di scambiare scritte e figure più o meno abusive per arte, se negli anni Ottanta non si fosse diffuso nellEast Village il graffitismo: una corrente di giovani artisti che dipingevano sui vagoni della metropolitana o sui muri newyorkesi, dando esiti interessanti con Keith Haring e Basquiat (i quali, peraltro, appena hanno potuto sono entrati nel giro delle gallerie regolamentari).
Abbiamo a Milano dei nuovi Haring? A giudicare dai risultati, non sembra. Per uno o due graffiti di qualche significato, o semplicemente non mostruosi, ce ne sono almeno un centinaio insopportabili: patetici slogan nati già morti; fumettoni di nessuna gradevolezza che fanno rimpiangere lintonaco bianco; scarabocchi di vario genere che inquinano la vista. Altro che horror vacui: qui il vero orrore è il pieno che certi segni e segnacci ci impongono continuamente. Oltretutto larchitettura di Milano è tuttaltro che spregevole, almeno fino agli anni Quaranta. Capita così che le cosiddette tag, cioè le scritte, e i rispettivi disegni, non coprano metropolitane arrugginite o muri sordi e grigi, ma edifici più che dignitosi: opere magari di semplice edilizia, ma comunque migliori di certa pseudopittura.
Per i nuovi Haring, dunque (lo spirito soffia dove vuole, e non si può escludere a priori che ce ne siano) si cerchino spazi appositi, possibilmente non opprimenti.
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