L'apparizione degli eroi copre un periodo brevissimo nella storia della Grecia: tra il crollo cretese e il sorgere di Atene, tutto si brucia in pochi anni. Ma se dall'uccisione del Minotauro all'uccisione di Agamennone passano due generazioni, eccoci ancora a ricordare quell'epoca breve, però densa di destino. E scocca l'ora dei «sandaloni», come in gergo si chiamano quei film a sfondo mitologico, che non siamo noi a rispolverare, ma i disinibiti americani, attratti dalla teologia omerica, rivisitata senza alcun rigore filologico. Anzi, con una certa disinvoltura.
Hercules. Il guerriero in 3D,film d'azione di Brett Ratner, esce il 13 agosto e apre lo spazio a un'altra prospettiva dei miti arcaici. Qui l'eroe, il muscolare ex wrestler Dwayne «The Rock» Johnson, diventa il nuovo mostro, investito di un potere e di una sapienza che lo rendono temibile per Giganti e Titani. Ispirato al fumetto omonimo Hercules. Il guerriero si ambienta in una dimensione terrena, dalla quale è bandito il soprannaturale. Il tormentato figlio di Zeus è il più infelice fra gli eroi: essere sfuggente e multiforme, supererà le mitiche dodici fatiche e perderà la propria famiglia, scoprendo che, lontano dagli dèi, l'unico suo piacere è la battaglia. Selvatico e bestiale, Ercole assembla intorno a sé altri mercenari, disposti a lottare in cambio di denaro. Sarà il re di Tracia ad assumere questi trafficanti di morte a credito: essi dovranno addestrare i suoi uomini, per trasformarli nel più potente esercito di ogni tempo. Urla, pelli di leone, bronzo di scudi e loriche di cuoio gonfiano un ardire blasfemo, appena corretto dall'unico greco che, con Ryan Condal, firma la sceneggiatura, Evan Spilliotopoulos.
È la seconda volta, quest'anno, che Ercole rivive al cinema, dopo Hercules. La leggenda ha inizio di Renny Harlin. Se la breccia verso «queste cose che non avvennero mai, ma sono sempre» è stata aperta dalla miniserie tv La Bibbia, aspettiamoci un diluvio di storie in peplo anche l'anno prossimo. Si parte con Exodus (15 gennaio 2015), l'atteso kolossal di Ridley Scott, interpretato dal camaleontico Christian Bale, nel ruolo di Mosè, e affiancato da un cast notevole: Ben Kingsley, John Turturro, Sigourney Weaver a narrarci l'epica fuga degli ebrei dall'Egitto. Stavolta Ridley Scott fa sul serio e pigia il pedale del cinema grandioso, stile Dieci Comandamenti. Niente effetti speciali, ma set costruiti per davvero e polvere del deserto sotto ai roveti ardenti. «La religione è la fonte più ricca di sempre. Ognuno ha il suo dio personale», ha detto Scott, che presenta Mosè come un guerriero, pronto a ricevere i Comandamenti direttamente da Dio. Anche il taiwanese Ang Lee pare sia stato precettato dalla Warner Bros. per un biopic su Mosè, dopo che Steven Spielberg ha abbandonato il progetto, descritto come «un Braveheart che incontra Salvate il soldato Ryan, che incontra I Dieci Comandamenti».
Per il momento, occorre attendere l'esito di Exodus, tanto più che, per entrambi i progetti, la novità è costituita dall'istinto bellicoso di un Mosè, che prende in mano il destino del suo popolo. «Sandaloni» anche ai piedi di Brad Pitt, che si appresta a impersonare Ponzio Pilato, quinto prefetto della Giudea, che si lavò letteralmente le mani della morte di Gesù Cristo. Visto che la sua compagna Angelina Jolie lo rimprovera di non lavarsi affatto, non male. Il film, sceneggiato da Vera Blasi e prodotto da Mark Johnson, è in fase di preparazione, ma già si sa che la storia vuole esaltare la complessa personalità del governatore romano che ordinò l'esecuzione di Gesù. Dopo l'armatura di Achille, in Troy, è la seconda volta del mito per il fascinoso attore.
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