Senza mai tradire le sue radici, ma al tempo stesso sempre attratto dalle più diverse collaborazioni musicali, Paco de Lucia ha reso famosa in tutto il mondo la sensualità della chitarra flamenca, portandola fuori dalla nicchia dell'arte popolare e facendola incontrare col jazz e persino col rock. Era il re del flamenco - titolo assegnatogli anche da personaggi come Eric Clapton - e non sarà la sua improvvisa scomparsa, a 66 anni (colpito da un infarto fulminante) a farlo cadere dal trono. Se n'è andato serenamente a Cancun, in Messico, dove si trovava in vacanza con la famiglia. Era su una spiaggia assolata e s'è sentito male, inutile il viaggio all'ospedale. È morto senza neppure accorgersene...
Era nato ad Algeciras, in Spagna, con il flamenco nel sangue Francisco Sanchez, in arte Paco de Lucia (Paco è il diminutivo di Francisco e Lucia è dedicato alla mamma portoghese Lucia Gomez) che a cinque anni suonava già discretamente la chitarra sulle orme del papà Antonio Sanchez, del fratello Ramòn de Algeciras (anch'egli scomparso) e dello zio, il mitico Sabicas. «Sentivo crescere in me inconsciamente quel fuoco che ancora non sapevo cosa fosse, ma che avrebbe guidato tutto il mio percorso artistico», diceva spesso de Lucia, che a 11 anni aveva già abbandonato la scuola per dedicarsi alla chitarra e per formare il duo Los Chiquitos de Algeciras con l'altro fratello Pepe. Il suo primo maestro è il chitarrista Niño Ricardo, ma lui sviluppa subito uno stile di grande personalità. «La musica veniva fuori dalla terra che calpestavo, dall'aria che respiravo, bastava catturarla», dirà, e il suo talento precoce lo porta addirittura in tournée negli Stati Uniti col fratello Pepe, e a suonare con artisti come Ricardo Modrego e A. Fernandez Diaz con cui incide Seleccion antologica del cante flamenco, sua prima testimonianza su disco.
Il suo primo vero album come solista è del 1966 e s'intitola, emblematicamente, La fabulosa guitarra de Paco de Lucia mentre il successo arriva due anni dopo, attraverso la collaborazione con il glorioso cantante Camaròn de la Isla, con cui incide una valanga di dischi che stanno al flamenco come Charlie Parker sta al bebop. Diventa così una star in Spagna, e tra un album e una tournée approda, nel febbraio 1977, al Teatro Real di Madrid, dove per la prima volta i suoni classici lasciano spazio alla musica popolare. Con i piedi sempre ben piantati nella tradizione, Paco de Lucia comincia a sentire il vento delle nuove tendenze e subisce il fascino delle nuove contaminazioni musicali: album come Almoraima contengono un mix di sonorità andaluse, arabe e jazz che colpiscono al primo ascolto e mettono le basi per il suo «nuevo flamenco». Incuriosito dal jazz (in particolare ama Miles Davis e Thelonius Monk) e dal rock comincia a sperimentare in nuovi campi, suonando dal vivo alla Plaza de Toros di Barcellona con Carlos Santana, e incidendo con Al Di Meola il brano Mediterranean Sundance, snobbato dalla critica tradizionalista, ma difeso pubblicamente dallo stesso Di Meola che dirà: «Paco non sta tradendo il flamenco, sta solo ampliandone i confini». Incide poi un album classico dedicato alle composizioni di de Falla e nel 1980 forma lo strepitoso Guitar Trio con i chitarristi jazz John McLaughlin e Larry Coryell. Quando Coryell viene sostituito da Di Meola, il trio (che si riunirà periodicamente e parteciperà anche a un Pavarotti & Friends) pubblica il magnifico Friday Night in San Francisco, disco di fusion totale che ha venduto più di cinque milioni di copie. L'anno dopo, con i fratelli e un pugno di artisti spagnoli, de Lucia registrerà Solo quiero caminar, disco rivoluzionario del «nuevo flamenco». Impossibile orientarsi tra la girandola di dischi, collaborazioni e concerti che hanno travolto l'artista, da quelli con Chick Corea a quelli con Bryan Adams passando per i duetti con Tomatito. Dal '98 al 2003 de Lucia ha trovato il suo buen retiro nello Yucatan, in Messico, per poi rientrare in Spagna per conquistare il Latin Grammy con Cositas Beunas.
Per ricordarlo per i superesperti c'è il cofanetto di 26 cd Integral, e per i neofiti l'antologia Par descubrir.
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