Luca Crovi
Un milione di dollari può cambiare la vita di un uomo. Anche quella di uno scrittore. Fu la cifra che Richard Morgan incassò dal produttore Joe Silver per opzionare nel 2002 l'adattamento cinematografico del suo romanzo Altered Carbon. Silver era appena reduce dal successo internazionale di Matrix di Larry e Andy Wachowski ed era alla ricerca di un altro progetto fantascientifico serializzabile. E Morgan aveva confessato di essersi ispirato «a tutti i romanzi hard boiled che ho letto, arricchendo il mio immaginario con la passione per i film francesi e giapponesi. Influenzato da William Gibson e Blade Runner di P.K. Dick, ho costruito una mia versione del futuro».
Protagonista di Altered Carbon è il detective Takeshi Kovacs, in azione nel 2384 a Bay City, dove la vita degli uomini può essere quasi eterna. Infatti ognuno cela la propria memoria e identità in una pila inserita nella colonna spinale e che può essere caricata e scaricata in nuovi corpi fisici detti «custodie». Più potere economico ha l'individuo, più aumenta la possibilità di essere trapiantato in un corpo di lusso. I poveri vivono nelle custodie di peggior qualità messe a disposizione dallo Stato, spesso appartenute a criminali e derelitti. Gli unici che rifiutano di essere trasferiti da un corpo all'altro sono i Cattolici: credono nell'esistenza dell'anima e perciò non vogliono cambiare fisico, diventando bersagli per gli assassini, attratti dalle loro custodie. Kovacs ha un passato da Spedi (mercenario allenato ai combattimenti e dotato di poteri mentali speciali), sarà scaricato nella custodia dell'agente di polizia Elias Ryker e verrà incaricato dal ricco Laurens Bancroft di indagare sulla sua strana morte.
Per 12 anni Hollywood non è riuscita a realizzare il progetto finché, scaduta l'opzione dei diritti, la sceneggiatrice e produttrice Laeta Kalogridis ha deciso di trasformare Altered Carbon in una serie tv in dieci episodi per Netflix.
Sull'onda del grande successo della fiction, ritorna in libreria il romanzo originale (in Italia apparve per la prima volta nel 2004 con il titolo Bay City) in una nuova edizione curata da Tea e tradotta da Vittorio Cartoni e che contiene un'intervista inedita realizzata da Edoardo Rialti in cui l'autore parla del suo legame con il cinema western di Sergio Leone, con Il laureato di Mike Nichols, ma anche con La scorta di Ricky Tognazzi e Daunbailò di Jim Jarmush.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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