Amara, la testarda di talento finalmente approda al Festival

La grintosa toscana è arrivata quattro volte a un passo dall'Ariston «Le porte in faccia mi hanno insegnato a cantare con più intensità»

Amara, la testarda di talento finalmente approda al Festival

«Sono la più vecchia, la più attesa, la più visualizzata, che devo fare?», si schermisce Erica Mineo, in arte Amara, mina vagante tra le Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo. Da lei, o meglio della sua voce roca e sensuale che intona il brano Credo pubblico e critica si aspettano molto , e ha fatto di tutto e di più per salire su quel palco dell'Ariston che l'ha respinta per ben quattro volte. Sei volte si è presentata al concorso-vetrina sanremese per i giovani Area Sanremo e quattro volte ha vinto convincendo la giuria...Poi però l'ha sempre stoppata la giuria della Rai. «Le giurie di Area Sanremo erano sempre diverse, quella della Rai era sempre guidata dalla stessa persona (Gianmarco Mazzi n.d.r.); la musica è anche alchimia e quindi forse c'era qualcosa che non funzionava tra noi, ma ho smesso di dare la colpa agli altri per ciò che mi accade. Ho sempre sentito dentro di me una voce che mi diceva “stai nella musica” e ho continuato la mia evoluzione artistica e personale. Area Sanremo è stato il mio ring».

Un ring su cui ha preso tanti pugni ma da cui è uscita artista completa, almeno a giudicare dalla sua grinta e dall'album Donna libera, che uscirà nei giorni del Festival. «Nasco come interprete e tutte le esperienze negative hanno contribuito a temprarmi, a essere me stessa». Ha iniziato così a scrivere da sé le sue canzoni cercando di raccontare la sua vita. «Oggi mi so raccontare, se non avessi affrontato tante avversità forse non lo saprei fare in modo così intenso».

Ascoltare il suo disco è un'esperienza variegata, chè lei passa con nonchalance attraverso i generi più diversi. «Scrivo ciò che vivo, magari mi sveglio la mattina e sono arrabbiata allora suono rock, magari sono allegra e allora passo al pop, magari vorrei essere in Africa e quindi passo a suoni esotici». Il suo singolo festivaliero, Credo, ha un'anima soul che cattura subito e un testo molto spirituale che l'ha fatta schizzare - come si diceva - in vetta alle classifiche di gradimento sul web. Il suo brano nel sito ufficiale del Festival di Sanremo finora ha avuto 25mila visualizzazioni (seguita da Rakele con oltre 20mila) e ha toccato le 35mila su Youtube. «Non sono molto attiva sui social, preferisco i rapporti personali - dice candidamente - ma so di essere molto seguita sul web e questo mi incoraggia, mi riempie di felicità e mi fa sentire che è tutto vero».

Lei che nonostante i «no» non si è mai fermata ma ha continuato a macinare pop, si è tolta (piccole) soddisfazioni come vincere il premio Lunezia, come vincere un festival dedicato ai cantautori che l'ha portata direttamente alla corte di Mogol (al suo prestigioso CET), come passare da MTV New Generation con la sua prima composizione Maledetta me. Se le chiedi le sue fonti d'ispirazione si irrigidisce. «Quando facevo l'interprete cantavo brani di grandi come Mina, Mia Martini, Vasco. Poi scrivendo sono passata ai cantautori, Ivano Fossati è il mio maestro, nei momenti bui ascoltavo sempre la sua C'è tempo , e poi amo Vecchioni e Dalla. Però non rinuncio alla mia libertà; con l'album D onna libera ho spezzato gli ultimi muri, ho capito cos'è la vera libertà e mi dico con tinuamente cammina, corri...».

Anche il suo nome d'arte, Amara, non nasce per caso ma da altri tormenti interiori. «Ho scelto il nome Amara quando ho sentito dentro di me una grande amarezza, ma questa invece di abbattermi mi dava le forze per scrivere. Amaro è qualcosa di puro: il caffè si beve amaro per gustarne il vero gusto». Oggi Amara è aggressiva e risoluta ma non cerca rivincite né si crea troppe aspettative. «Ho capito che per ogni cosa c'è un momento giusto. Ogni volta che mi sono creata delle aspettative ho preso delle grandi mazzate, ora non mi sembra vero di sfruttare un'opportunità stupenda come quella di cantare a Sanremo. Spero di lasciare un po' di luce su quel palco. Oggi è difficile credere in qualcosa, viviamo di rassegnazione, bisogna tornare alle cose essenziali come la semplicità».

L'altro ieri, le prove del Festival l'hanno entusiasmata: «è una sensazione che non si può descrivere», ma lei non si giocherà tutto in tre minuti. Ormai è lanciata, e dopo Sanremo partirà il suo tour, per il quale sta assemblando una band «da battaglia» come lei.

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