"Amore e divorzio, il mio film riguarda tutti"

L'attrice è protagonista di "Marriage Story" di Baumbach: "Rapita dalla sceneggiatura"

"Amore e divorzio, il mio film riguarda tutti"

da Venezia

È l'attrice più pagata al mondo secondo la recente classifica di Forbes. Scarlett Johansson, grazie ai film della Marvel come Avengers: Endgame e Black Widow, ha guadagnato nell'ultimo anno qualcosa come 56 milioni di dollari. Così, non avendo problemi ad arrivare a fine mese, si prende pure i suoi sfizi attoriali con il nuovo film targato Netflix (al cinema e sulla piattaforma dal 6 dicembre) di uno dei registi e drammaturghi newyorchesi più interessanti, Noah Baumbach. Marriage Story è un piccolo film (budget di 9 milioni di dollari) che racconta minuto per minuto il divorzio tra lei che fa l'attrice e il marito (interpretato da Adam Driver) che è anche il suo regista a teatro. Con un figlio piccolo di mezzo e due città tra loro lontane come Los Angeles e New York dove vivere e lavorare tutto si fa più complicato, tanto che nel film appaiono gli immancabili avvocati di grido - Laura Dern per lei e Ray Liotta per lui - pronti a scannarsi, naturalmente nell'interesse dei clienti.

Accompagnato dalle bellissime musiche di Randy Newman, Marriage Story, applaudito sia alla proiezione stampa sia a quella del pubblico, è ispirato anche da vicende personali del regista che anni fa è uscito da un complicato matrimonio con l'attrice Jennifer Jason Leigh. Discorso simile per la trentaquattrenne Scarlett Johansson che è sbarcata al Lido con una mise molto apprezzata dai fan (pantaloni dal taglio maschile, polo a righine e sandalo borchiato) e che a un manipolo di giornalisti ha rivelato che «tutti possono ritrovarsi in questo film».

In che senso?

«C'è così tanto di tutti noi in questo film, che riguarda tutti. Quando ho incontrato il regista stavo attraversando anche io una separazione ma non conoscevo l'argomento del film e lui non sapeva che io stessi divorziando».

E dopo?

«Quando ci siamo rivisti mi ha svelato l'argomento e mi è sembrato un po' un destino. È stata un'esperienza incredibile arrivata al momento giusto».

Lei ha due divorzi alle spalle.

«La storia del film spiega bene le circostanze in cui spesso le donne si trovano a vivere quando raggiungono il punto di rottura e capiscono che la relazione sta diventando mortifera».

Un aspetto che riguarda solo le donne?

«Capita che, come nel film, nell'assumere lei la decisione di porre fine all'unione, faccia prendere coscienza anche a lui che qualcosa sta morendo. Così insieme capiscono che quella di lasciarsi è la scelta migliore».

Che cos'altro l'ha colpita del suo personaggio?

«Sono rimasta rapita dalla sceneggiatura che racconta l'amore profondo che i coniugi continuano a provare, grazie a cui trovano l'umanità necessaria per affrontare il giudizio in tribunale con una certa serenità».

Nel film interpreta anche un'attrice...

«La cosa curiosa è che la famiglia di lei non è certo come quella mia, anche se mia madre ha gestito la mia carriera fin da quando sono piccola e quindi, alla fine, qualche somiglianza l'ho trovata pure in questo».

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