Anche al Tenco è finalmente caduto il muro

Con l'"impercettibile" ritardo di quasi mezzo secolo, il Premio Tenco ha finalmente tolto ciò che nella musica non dovrebbe mai esistere: le barriere

Anche al Tenco è finalmente caduto il muro

Con l'«impercettibile» ritardo di quasi mezzo secolo, il Premio Tenco ha finalmente tolto ciò che nella musica non dovrebbe mai esistere: le barriere. Di stile. Di ideologia. Di età. E, dopo l'inaugurazione di ieri, oggi parte il primo vero «Premio Tenco deideologizzato» finalmente privo di ogni pregiudizio politico. Merito senza dubbio del presidente del Club Tenco Sergio Staino, ma anche di tutti coloro che nel corso degli ultimi anni hanno iniziato a uscire dal ridotto sempre più marginale e insopportabilmente snob nel quale era precipitato il più prestigioso premio alla musica d'autore. Già l'anno scorso si erano visti i primi «segnali di distensione» con i premi a Mogol, ossia uno dei più grandi autori italiani di sempre, e ad Enrico Ruggeri, il più libero di tutti i cantautori, entrambi incredibilmente trascurati per decenni dal Tenco alla faccia di ogni buon senso artistico. Ma quest'anno la tendenza si è confermata con il (giustissimo) premio per il miglior album dell'anno a Noi, loro, gli altri di Marracash e con quello a Claudio Baglioni, un artista assoluto, del tutto inattaccabile ma colpevolmente snobbato dal Tenco per tutto questo tempo. Anzi, il «Codice Baglioni» è sempre stato il codice non scritto del Premio Tenco: nessuna concessione alle cosiddette canzonette, anche quando le canzonette erano pezzi di vita di tutti, anche degli stessi giurati del premio, e anche quando le cosiddette canzonette era in realtà perle musicali e testuali Per tanto tempo questa posizione (possiamo dirlo?) «talebana» ha goduto dell'avallo della critica musicale e del disinteresse del grande pubblico pop. Ora, dopo mezzo secolo esatto, è cambiata la musica (non sempre in meglio) ma sono cambiati anche i termini di valutazione. E, contemporaneamente al calo di passione politica della canzone d'autore, sono calate anche le barriere e le diffidenze del Premio Tenco.

Che oggi, soprattutto dopo il rivoluzionario riconoscimento a Marracash, si presenta a tutti gli effetti come il vero premio alla musica d'autore italiana. Tutto bello. Tutto giusto. Ma era davvero necessario aspettare mezzo secolo?

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