Anche quando era la voce dei Matia Bazar si sentiva che il suo canto valicava i confini del pop per librarsi in qualcosa di più «alto», sperimentando e ricercando nuovi confini sonori... Ora tutti conoscono Antonella Ruggiero per i suoi progetti sofisticati e originali, che spaziano dal mondo della musica popolare a quello del suono colto. La sua ultima sfida infatti è l'album Cattedrali, dove ha interpretato per voce e organo a canne - nel Duomo di Cremona - alcuni classici come le Ave Maria di Schubert, Gounod e Caccini, il tradizionale O sanctissima e il Kyrie-Misa criolla di Ariel Ramirez.Come è nato questo progetto?«È un sogno che coltivo dall'infanzia, da quando avevo 8 o 9 anni e fui letteralmente rapita dal suono dell'antico organo della chiesa di S. Maria di Catello a Genova. Da allora è rimasto dentro di me».È un progetto troppo colto per le esigenze del mercato di oggi.«Io ho conosciuto il grande successo pop, l'ho vissuto per 14 anni, poi ho capito di essere arrivata al capolinea. Avevo perso interesse per la musica e tutto mi sembrava routine. Sono stata ferma 7 anni e quando sono tornata ho deciso di lavorare con musiche diverse. Con le bande, la musica popolare, la musica classica, le orchestre di mandolinisti, la pizzica, insomma volevo rivalutare la tradizione. Questo album parte dalla stessa volontà di tornare alle radici».Come si è concretizzato il disco?«Dal concerto che ho tenuto proprio a Cremona, invitata dall'organista Fausto Caporali. Dallo spettacolo in Chiesa è nato il disco».È un album a sfondo religioso.«Mi avevano chiesto di eseguire solo Ave Marie, ma io ho voluto diversificare perché il tema religioso non mi convinceva appieno; così ho aggiunto brani contemporanei come Pie Jesu di Fauré e ho dedicato il disco a una Maria laica, ovvero a tutte le donne che soffrono da esuli e che non hanno potuto vivere i loro sogni. A tutte quelle anime femminili lasciate colpevolmente in un angolo».Ora che progetti ha?«Mi stanno chiamando diverse chiese per organizzare concerti in modo da far rivivere questi brani così intensi.
L'organo è come un essere umano, come un corpo con quell'aria che esce dalle canne e tutto il resto».E del pop di oggi che ne pensa?«Troppo freddo, tecnologico. Non credo rimarrà nella storia come quello degli anni '60, '70 e metà '80».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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