Insomma il quadro è sempre più chiaro: un Festival di Sanremo onnicomprensivo. Innovazione e tradizione. Come è sempre stato (e come si aspettano anche i telespettatori stranieri che sono molti più di quanto si pensi). In gara i nuovi e i seminuovi (e spesso da rivalutare). In passerella i simboli della tradizione. Fazio un mese fa al Tg1 aveva annunciato di voler coinvolgere «altri artisti che hanno fatto grande il Festival nella sua storia». Come a dire: anche una linea più progressista non può dimenticare la tradizione di uno degli eventi più importanti (e invidiati) nel panorama della musica leggera mondiale.
E Domenica all'Arena di Raiuno Massimo Giletti, che non guarda in faccia a nessuno, ha fatto il colpo di scena: parlando della presunta latitanza dei grandi vecchi dal cast di Sanremo, ne ha annunciato l'arrivo di tre che ne sono stati simboli inconfutabili. Non saranno in gara ma bastano i nomi: nella prima serata all'Ariston apparirà Toto Cutugno. Al mercoledì toccherà ai Ricchi e Poveri. Giovedì ad Al Bano, notevolmente arrabbiato nelle settimane scorse per la (presunta) esclusione. Sono tra i concorrenti che hanno più Festival nel curriculum, molti vinti, molti contestati, tutti da protagonisti.
E la loro non sarà una presenza scollegata da quella che è la trama di questa 63esima edizione: la celebrazione della storia popolare della musica leggera italiana. Sul sito ufficiale del Festival (nella sezione Sanremo Story) si può votare la canzone preferita di Al Bano tra le 14 cantate in gara all'Ariston. Oppure cambiare le strofe cambiabili del superclassico L'italiano di Toto Cutugno, che arrivò quinto al Festival del 1983 diventando per tutti un simbolo della nostra canzone popolare. Lo stesso Cutugno una volta ha ricordato che, al suo arrivo in un aeroporto dell'est europeo, fu ricevuto dalle più alte cariche dello Stato mentre la banda ufficiale attaccava il nostro (presunto) inno nazionale: «Lasciatemi cantare con la chitarra in mano lasciatemi cantare sono un italiano». E loro tre non sono soltanto pilastri della storia festivaliera. Saranno anche al centro della trama di quelle che saranno le prime tre serate del Festival (oltre a quella del venerdì che per forza celebrerà tante canzoni passate di lì in questi sessant'anni).
A interagire con loro arriveranno altri volti noti, spesso collegati a ricordi festivalieri o a quella che è la percezione popolare di un evento che chiunque riconosce tuttora al centro del costume italiano. Ad esempio, è possibile che arrivi anche Pippo Baudo, presentatore principe del Festival visto che ne ha presentato ben tredici edizioni. Tredici lui, quattordici Al Bano: perché non attribuire a sua Pippità l'onore (oppure onere, dipende dai punti di vista) di premiare la miglior canzone presentata in gara secondo il voto del web? Chissà, per ora sono soltanto voci.
In ogni caso, in questa grande celebrazione storica rientreranno anche attori, sportivi e presentatori/vallette che hanno in qualche modo sottoscritto qualche capitolo della saga sanremese. Nomi, per adesso, non ne circolano. Ma potrebbe essere una sorta di fotografia del presente lo sketch che Fazio avrebbe in mente di fare con Toto Cutugno: l'attualizzazione de L'italiano. Fermo restando che il verso «un partigiano come presidente» non potrà essere citato a causa della par condicio (eggià), sarà divertente capire come cambiare strofe come «l'autoradio sempre nella mano destra»: adesso potrebbe essere l'iphone, l'ipod o chissà cos'altro. In poche parole, Fabio Fazio e i suoi autori hanno in mente una celebrazione nostalgica e disincantata, simile nell'impianto a quella che è stata mostrata in Anima mia su Raidue nel 1997 (e difatti Claudio Baglioni, allora coconduttore, avrebbe dovuto esser presente ma l'accordo è saltato all'ultimo).
In fondo, prima ancora di conoscerne i dettagli e di vederla in scena, è un'idea in linea anche con le esigenze di un pubblico, quello di Raiuno, sempre più legato alla tradizione. Per ora, ovviamente, circolano solo indiscrezioni, spesso campate per aria come quella di una possibile partecipazione di Tony Blair. E tutto, quindi, è in divenire.
Rimane solo un piccolo appunto da fare ai grandi esclusi, che spesso sono i grandi vecchi, i testimonial del Festival che lamentano di essere stati trascurati o addirittura boicottati: fate ascoltare le canzoni. Ormai il pubblico può decidere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.