Cultura e Spettacoli

La bacchettata

Non è certo una novità prendere Romeo e Giulietta di Shakespeare e adattarlo ai tempi correnti: West Side Story o il film onirico di Baz Luhrmann testimoniano che si possono innestare letture geniali nel testo immortale in tutti i generi. A maggior ragione nel balletto, dove il coreografo lavora sulla materia drammaturgica. La versione del coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj del grande balletto di Sergej Prokof'ev (presentata con gran successo dalla sua Compagnia per LuganoInScena) parte da un nucleo principale: lo scontro. I Montecchi sono randagi disadattati e prigionieri malmenati da un Tebaldo super-sadico e da Capuleti-sgherri manganellatori molto fetish. L'attrazione erotica, dissimulata nell'aggressione fisica costante, esplode negli avvolgenti passi a due dei giovani amanti. L'amore è un atto severamente vietato all'interno del luogo dove si svolge l'azione, un campo di prigionia orwelliano, ma si compie come un percorso di conoscenza corporale per mezzo di un giuoco geniale di pose e prese che lega assieme i corpi come le radici di una pianta. L'azione coreografica di Preljocaj è così ben concatenata da non lasciare il rammarico per le parti soppresse. Tutto avrebbe un valore ben altrimenti relativo se non ci fosse una compagnia come quella di Preljocaj, dove è veramente difficile fare gerarchie di valori - eccezion fatta, ovviamente, per i due protagonisti.

Dopo questo saggio, aumenta l'attesa per la nuova creazione che Preljocaj presenterà alla fine di gennaio alla Scala, ispirata al Viaggio d'inverno, la Winterreise di Schubert.

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