Cultura e Spettacoli

Ballerini, pop e allegria. Così Alessandra Amoroso riempie di colori i quarantamila di San Siro

Lo show è quasi un musical con 90 danzatori e una orchestra formata da 47 elementi. Memorabile l'empatia con il pubblico

Ballerini, pop e allegria. Così Alessandra Amoroso riempie di colori i quarantamila di San Siro

Poi si apre il megaschermo e arriva lei, lungo mantello sulle spalle e sguardo appannato dall'emozione. E immaginatevi il boato della «Big Family» in platea, quella enorme legione di fan che la segue da sempre. Si inizia con AleAleAle che è una specie di riassunto del concerto: energia e positività, oltre che melodie pop. Ieri sera Alessandra Amoroso ha debuttato a San Siro di fronte a 41800 spettatori con il concerto che fa da prologo al tour invernale nei palasport (prevendita da domani 15 luglio) e da smentita a tanti luoghi comuni che hanno accompagnato i talent show. È uscita da Amici nel 2009 e in tutti questi anni ha costruito una carriera costellata da sette album in studio, da dischi d'oro e di platino e, soprattutto, da un legame con il pubblico così affettuoso da essere realmente un unicum nel pop. «Tutto accade», appunto, come recita il titolo del concerto in un San Siro che si è trasformato in una riunione di famiglia. «Voglio farvi entrare nel mio mondo con le mie due anime finalmente insieme». Alessandra Amoroso è la seconda artista italiana dopo Laura Pausini a cantare dentro lo stadio nel quale sono sfilate tutte o quasi le icone mondiali, talvolta uscendone non proprio da vincitrici. Invece questa ragazza di Galatina qui è riuscita a portare in scena se stessa, a trasformare le proprie fragilità in un dialogo con il pubblico esibendo una voce graffiante, talvolta troppo irruente ma pur sempre riconoscibile. «La ragazzina del 2008 e la donna del 2022», riassume lei. E, diciamola tutta, non è facile dominare la scena in uno stadio con 90 ballerini diretti da Veronica Peparini (65 dei quali donne) e una orchestra di 47 maestri con il direttore Pino Perris, un maestro fondamentale nell'economia di uno show con le regole feroci della sonorità di uno stadio.

In oltre due ore e mezza Alessandra Amoroso ha fatto un «upgrade» mica da ridere, confermando capacità sinergica e mescolando cambi d'abito, parole al pubblico e spettacolo come quando attraversa il prato in mezzo al pubblico e sale sulla piattaforma vicina al mixer che la porta su creando un secondo palco. Qui lei canta Estranei a partire da ieri/ Senza nuvole e Il nostro tempo. Qualche minuto prima era arrivato Dardust che l'aveva accompagnata al pianoforte in Difendimi per sempre. Quando canta, Alessandra sprizza entusiasmo e pazienza se talvolta fatica a controllare l'energia, mica siamo a un saggio accademico. Il concerto è una celebrazione che riesce anche a trasformarsi in un euforico karaoke quando arrivano i Boomdabash con il loro Mambo salentino che davvero fa ballare quarantamila persone alla faccia di un caldo molto più che salentino, quasi tropicale.

In fondo ieri San Siro si è riempito di colori non soltanto quando lei, scatenata, ha iniziato Vivere a colori, uno dei suoi brani più centrati durante il quale si cambia pure la gonna sul palco. Insomma è stata una festa che però, in piena sintonia con lo spirito di questa salentina con le idee chiare, ha dedicato qualche minuto a chi nella pandemia ha perso il lavoro nella musica, i fonici, i tecnici, tutti coloro che «fanno» i concerti. Forza e coraggio canta Alessandra con i ballerini accompagnati da un baule a ricordo della manifestazione «Bauli in piazza» a favori della categoria dimenticata. Omaggio per nulla scontato.

In sostanza, il «concertone» di Alessandra Amoroso è stato il viaggio dentro un pop festoso che pulsa al ritmo di Comunque andare e si chiude nell'ultimo bis, quel Sorriso grande che è il messaggio più sincero trasmesso ogni volta da questa ragazza al proprio pubblico.

Dopotutto è il lato gioioso del pop, e per fortuna resiste.

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