Patty Pravo la disinibita, la trasgressiva, soffriva di attacchi di panico sul palco. La notizia l'anno scorso colse le sue legioni di fan di sorpresa e si trasformò in costernazione quando lei annunciò: «basta, mi ritiro». Per fortuna è tutto passato e lei, che vive la musica attraverso i contrasti, come arte ma anche come bisogno interiore, torna più aggressiva che mai con la tripla antologia Meravigliosamente Patty, ricca di rarità e con l'inedita 'na canzone; con una lunga tournée e con un album di inediti che uscirà in ottobre.
Dunque bentornata Patty Pravo.
«Grazie, ho superato gli attacchi di panico con la volontà. Mi sono presa una paura pazzesca perché mi prendevano sul palco, nel luogo dove mi trovo meglio, quindi erano ancora più pericolosi».
E ora è pronta a riaffrontare il pubblico?
«Certo, un mese dopo l'annuncio del ritiro stavo già meglio e ho cantato, senza fare assolutamente pubblicità, in Ungheria, in Slovenia e in altri Paesi ritrovando subito me stessa e il contatto col pubblico».
Quindi si riparte in tournée?
«Sì, girerò l'Italia partendo il 9 giugno dall'Idroscalo di Milano. E poi mi esibirò negli Usa, a Miami, alle Cascate del Niagara, in luoghi bellissimi dove voglio portare le mie canzoni».
Ripresa alla grande dunque.
«Certo e a ottobre uscirà il mio nuovo disco di inediti, è già a buon punto».
Intanto pubblica questa tripla antologia.
«Dove per la prima volta sono stata io personalmente a scegliere i brani da inserire».
Cioè?
«Prima per motivi contrattuali potevo pubblicare solo parte del mio repertorio, ora invece ho pescato un po' dappertutto e soprattutto nelle cose dimenticate dal pubblico ma che per me hanno un grande valore affettivo, come i brani in spagnolo o, ad esempio, Sconosciuti cieli che scrissi con Vangelis».
Infatti mancano brani come La bambola o Ragazzo triste. Vuole rinnegare il suo esordio beat?
«Per carità, il beat è una parte fondamentale della mia vita. In quegli anni mi sono formata, ma quei brani sono un clichè, sono abusati, si trovano ovunque, qui invece ci sono rarità come Miss Italia, un ultrainedito che uscì solo in versione dal vivo allegata al mensile Raro e ha una storia curiosa».
Ce la racconti.
«Io non mi occupo di politica ma Miss Italia è una critica della società scritta nel '78 che è ancora attuale oggi. La portai alla Rca proprio il giorno che trovarono il corpo di Moro e subito mi dissero: non si può pubblicare, non se ne parla nemmeno».
E Pazza idea?
«Non convinceva i miei discografici perché non aveva la struttura musicale classica col ritornello; ci misi quasi un anno a convincere il direttore musicale della Rca a pubblicarlo. E pensare che quel long playing fu il primo in Italia a vendere un milione di copie».
Nel cofanetto si racconta anche del suo clamoroso successo in Cina.
«Erano i tempi di Ideogramma, il 1994 circa. Credo di essere stata la prima artista ad avere successo presso il pubblico cinese. Quello spettacolo fu seguito in tv da 1 miliardo e 380 milioni spettatori, una cosa da capogiro. La cosa divertente fu che, in apertura di concerto, io cantai in cinese e la popstar locale in inglese. Fu un successo. L'etichetta discografica di Stato voleva farmi incidere un disco e volevano persino regalarmi una casa. Peccato avessi un manager poco lungimirante».
E l'inedito?
«È di Paolo Morelli degli Alunni del Sole, storico gruppo del beat. Da quando cantai la loro E mi manchi tanto abbiamo ripreso a collaborare».
Quali sono gli autori con cui ha lavorato meglio?
«Non riesco a citarli tutti.
Lei ha una gran passione anche per la canzone francese.
«Per Ferrè e Brel, il primo un grande amico, il secondo un aanarchico all'avanguardia: entrambi scrivevano cose stupende».
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