Cultura e Spettacoli

La bella Jennifer, ragazza di fuoco che incendia Roma

La Lawrence, a 23 anni una delle donne più potenti di Hollywood, attesissima al Festival

«Se oggi qualcuno mi dicesse che devo dimagrire, per fare cinema, lo manderei al diavolo!», afferma Jennifer Lawrence, a ventitré anni una delle donne più potenti di Hollywood. Ora che ha il carnet pieno di film da girare e promuovere, la bella attrice del Kentucky si permette un pizzico d'arroganza, anche se non è nelle sue corde caratteriali. Chi la ricorda inciampare nell'abito Dior, mentre saliva le scale, l'anno scorso, per andarsi a prendere l'Oscar vinto come miglior attrice ne Il lato positivo di David O.Russell, avrà notato con quanta semplicità si cavò d'impaccio. «Sono cresciuta a Louisville con due fratelli più grandi, Ben e Blair, e facevamo molto sport. Ero una studentessa pessima, per cui mi sono messa a fare l'attrice. Però le feste di Hollywood mi danno ansia», confessa l'eroina fantasy che guadagna di più al botteghino. È lei che, nel ruolo dell'arciera Ketniss Everdeen, ha consacrato la saga adolescenziale di Hunger Games la più pop degli ultimi tempi, inventando un personaggio che non c'era: quello della principessa di se stessa. Una ragazza forte e determinata che non cerca il Principe Azzurro, ma la propria autorealizzazione. E pazienza se c'è da imbracciare un arco pesante e incoccare frecce ardenti per difendere il popolo di Panem. Tra l'altro, Jennifer ha rilanciato, negli Usa, il nobile sport del tiro con l'arco. Ed è su lei che conta il festival di Roma, con l'anteprima mondiale di HungerGames: la ragazza di fuoco (dal 14 novembre), nella Città Eterna per trionfare sul tappeto rosso.

Il primo film, tratto dalla serie dei libri di Suzanne Collins, incassò 700 milioni di dollari e stavolta «la ragazza di fuoco» è forte di un Oscar. Se il primo capitolo di Hunger Games non venne subito capito dal nostro pubblico, ora la star ha consolidato anche da noi una sempre più crescente visibilità: dalla copertina di Vogue a quella di Forbes, non si contano le sue smaglianti apparizioni. Da piccola non ci pensava affatto, a diventare star di fascia alta, la Lawrence. Ma a quattordici anni, in gita a New York con i suoi, un fotografo la notò in Union Square, proponendo ai suoi genitori di farla lavorare nello spettacolo. Con la pelle luminosa, il viso dai lineamenti regolari, i capelli biondi e gli occhi azzurri, le fu facile diventare prima modella e poi attrice tv di serie note come Cold Case. Ma la grande occasione le arriva con Il confine della solitudine (2008) di Guillermo Arriaga, dov'era la figlia di Kim Basinger. L'interpretazione sofferta di Jennifer non passò inosservata alla Mostra del Cinema di Venezia, dove vinse il premio «Marcello Mastroianni».

«Ho molti progetti e non riesco a dire di no. Quando sono sul set, sono felice e mi dico. "Questo è più importante di qualsiasi vacanza“», rivela la Lawrence, apprezzata anche da Jodie Foster, che la diresse in The Beaver. «Una delle cose che amo di più, in Jennifer, è il suo senso dell'umorismo da ragazzaccio», dice la Foster. Si capiva che «Katniss» avrebbe fatto strada, dalla sua interpretazione d'una ragazza-capofamiglia, dura e leale, nel drammatico Un gelidoinverno (2010) di Debra Granik, vincitore del Gran Premio della giuria al Sundance. Eclettica e carica di allori, Mystica (è il suo nome nella serie X-Men) spazia dall'horror al fantasy, con ardore da stakanovista. Aspettiamo di vederla, a gennaio, come alcolizzata depressa nel thriller AmericanHustle di David O'Russell, con Bradley Cooper. «Non vedevo l'ora d'interpretare quest'ubriacona. C'era da amoreggiare con Christian Bale. Potevo dire no?», scherza Jennifer. Poi, in Serena di Susanne Bier diventerà un'omicida da Grande Depressione. A chi le chiede come faccia a passare da un ruolo drammatico all'altro, risponde: «A casa mia, se volevi sopravvivere tra gente buffa, dovevi essere divertente».

Mentre lei si diverte a recitare, un'attrice formidabile è nata.

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