Quel benefico vento barocco di Zefiro

In periodo di Avvento si moltiplicano esecuzioni di musica barocca, soprattutto quella direttamente legata alla liturgia del Natale. L'espressione più alta e celebre di questo repertorio è rappresentata dall'Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach. Da decenni calano d'Oltralpe o girano complessi nostrani barocchisti, i cosiddetti specialisti del verbo bachiano con sigillo di denominazione d'origine controllata, vale a dire sapienti nella prassi esecutiva «antica», garantita dal marchio «con strumenti originali». Inutile precisare che un marchio quale che sia non garantisce la qualità esecutiva. Transeat, anche perché su questa via francigena del barocco transitano complessi ormai adagiati in una routine superficiale e gruppi dove il rigore dei valori musicali ha ceduto il passo a una monocorde baldanza pseudo-fastosa. Per questo invitiamo ad assumere al più presto gli antidoti necessari alla difesa. Al caso segnaliamo di ascoltare un complesso italiano che prende il nome dal celebre vento di ponente, lo Zefiro.

Per l'etichetta Outhere hanno appena registrato tre ouverture di Johann Sebastian Bach (Prima, Terza e Quarta) con risultati galvanizzanti: stacco brillante dei tempi, mai precipitato, gran perizia negli incisi di trombe e timpani, virtuosità squisita dei legni. Insomma: precisione senza pedanteria; vigore senza enfasi; fasto senza orpelli. Cosa aspettano le nostre società dei quartetti e dei concerti ad aprire le porte «natalizie» al benefico vento di Zefiro?

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