Berlinguer non ti voglio bene Storie del Partito comunistaSerra in chiave autobiografica narra l'Italia anni '70 e '80

«Tutta colpa di Berlinguer. È stato lui la causa della rottura tra me e Sergio, che provocò una scissione nel nostro gruppo e la voglia di mandare tutto all'aria. Quando ci siamo ficcati in quel casino, dentro ciascuno di noi convivevano sentimenti opposti, le divisioni tra compagni erano nette e su molti temi eravamo distanti anni luce. Altro che radioso sol dell'avvenire! Altro che centralismo democratico e balle di questo tipo. La verità è che avevamo annacquato le nostre idee dentro un brodo di chiacchiere che aveva finito col farci venire il mal di stomaco». L'incipit del libro è fulminante. Francesco Serra è alla sua opera prima e, in chiave anche autobiografica, ha riscritto dal proprio punto di vista la storia dell'Italia della fine degli anni '70 e dell'inizio degli anni '80. Il libro si chiama programmaticamente Tutta colpa di Berlinguer, è disponibile online ed è già al quarto posto fra gli e-book più venduti in Italia. Nel 1984, dopo la morte di Berlinguer, Venditti cantava a squarciagola «Enrico se tu ci fossi ancora / ma se li senti parlare / sono da sempre gli stessi / quante bugie / quanti segreti in fondo al mare». Oggi, 30 anni dopo il funerale di Berlinguer, le bugie e i «segreti in fondo al mare» sono ancora tutti lì, soprattutto nel salotto culturale e politico della sinistra. La scorsa settimana, alla Camera, per la presentazione del libro di Cassano, Maria Teresa Meli ha apostrofato Emanuele Macaluso. Non siete mai riusciti a fare i conti con l'ideologia comunista, gli ha detto. Serra sorrideva. Nel suo libro lui ha accettato la sfida di confrontarsi con il fantasma del comunismo. «Un romanzo di formazione che non ha il sound di Bella ciao e che invece si muove con la perfezione stilistica garbata di John Lennon», ha scritto Mario Ajello su Il Messaggero. Le celebrazioni per il trentennale della morte di Berlinguer si sprecano. Aveva dato il via alle danze Veltroni, a marzo, con il docufilm Quando c'era Berlinguer. A molti era sembrato l'inizio di una campagna politica per il Quirinale.

Sembra incredibile ma Berlinguer, nel vuoto della sinistra travolta da Renzi, svolge ancora la funzione di fornire contenuti posticci a ex-comunisti un po' bolliti. Non è il caso di Serra, però. Il suo alter ego nel libro parla molto più onestamente della «opacità di un presente che stento a decifrare».

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